IL 22 LUGLIO SARA’ FESTA PER MARIA MADDALENA

La recente elevazione da parte di Papa Francesco della celebrazione di Maria Maddalena a festa è in continuità con la decisione di istituire una commissione di studio sul diaconato femminile nella Chiesa primitiva e l’ammissione delle donne al rito della lavanda dei piedi. Il teologo Ippolito Romano (170-235 d.C.) definì Maria Maddalena “l’Apostola degli Apostoli”, ma Maddalena è anche “Apostola di Gesù” perché da Egli mandata ad annunciare agli apostoli la risurrezione del Signore.

E il rigore dei documenti storici ed esegetici ha ormai definitivamente smentito la cancellazione della vera memoria dell’”Apostola”, infondatamente ritenuta lussuriosa peccatrice penitente, rendendo piuttosto il campo ad indagini di tutt’altro tenore. Autorevoli studi definiscono la Maddalena come “diaconessa”, in sintonia con Rm 16 e la prassi diaconale femminile in uso nella comunità cristiana del primo secolo, e la valorizzano come “fondatrice tra i fondatori del cristianesimo”, in quanto inviata da Gesù a tutta la comunità.
Perché la questione femminile non riguarda solo le donne, ma l’intera chiesa cattolica.

Se la testimonianza di una donna non aveva valore, ai tempi di Gesù, Egli ancora una volta scavalca le strutture patriarcali del suo tempo scegliendo proprio una donna come sua testimone. “Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero” (Mc 16,11). Gesù rimprovererà gli apostoli per questa durezza di cuore, per non aver creduto a chi lo aveva visto. Ma se Maria Maddalena rimase inascoltata, ci chiediamo: e noi? Veramente seguiamo la prassi di Gesù, valorizzando Maddalena, che oggi è presente nelle donne che vivono nella Chiesa e al suo servizio, che portando avanti la maggior parte del lavoro nelle parrocchie e altrove, “passano la fiaccola della nuova umanità” (cit. mons. Bertolone), ma raramente sono chiamate a partecipare ai momenti decisionali? Rispondendo a quest’ultima sollecitazione di Papa Francesco, si possa finalmente per ciascuna donna rotolare ogni pietra sepolcrale di marginalizzazione, per aprire nuovi spazi di dimensionalità e operatività.