Il Papa all’Angelus: “Il confine tra bene e male è nel cuore dell’uomo”

“Gesù ci dice che in questo mondo il bene e il male sono talmente intrecciati, che è impossibile separarli ed estirpare tutto il male. Egli ci dice che la linea di confine tra il bene e il male passa nel cuore di ogni persona“. Così Papa Francesco commenta il brano del Vangelo proposto dalla liturgia odierna, quello della parabola del “grano buono e della zizzania”. Affacciandosi in una rovente piazza San Pietro, il Pontefice parla del discernimento che ciascun cristiano deve compiere, “con grande fiducia in Dio e nella sua provvidenza”, seguendo due atteggiamenti “apparentemente contraddittori: la decisione e la pazienza“. Quindi l’appello al dialogo e alla moderazione per la Terra Santa, in questi ultimi giorni scossa da violenze e incidenti.

La pazienza di Dio

Il Vangelo di oggi propone tre parabole, “con le quali Gesù parla alle folle del Regno dei cieli”. Bergoglio si sofferma sulla prima, “quella del grano buono e della zizzania, che illustra il problema del male nel mondo e mette in risalto la pazienza di Dio”. Quindi, a braccio, sottolinea: “Quanta pazienza ha Dio“. Sullo sfondo di un campo da coltivare, vi sono due opposti protagonisti: “da una parte il padrone del campo che rappresenta Dio e sparge il buon seme; dall’altra il nemico che rappresenta Satana e sparge l’erba cattiva”.

Discernimento: decisione e pazienza

Col tempo, “in mezzo al grano cresce anche la zizzania, e di fonte a questo fatto il padrone e i suoi servi hanno atteggiamenti diversi”. Infatti, i servi “vorrebbero intervenire strappando la zizzania”, ma il padrone, “preoccupato soprattutto della salvezza del grano, si oppone dicendo: ‘Non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano’“. Un’immagine, prosegue il Papa, con la quale Gesù ci vuole far capire che “in questo mondo il bene e il male sono talmente intrecciati, che è impossibile separarli”, estirpando “tutto il male”. “Solo Dio può fare questo – fa notare il Pontefice -, e lo farà nel giudizio finale”. Poi afferma: “La situazione presente è il campo della libertà dei cristiani, in cui si compie il difficile esercizio del discernimento“. Un discernimento che, secondo il Santo Padre, ciascun battezzato dovrebbe fare congiungendo “due atteggiamenti apparentemente contraddittori: la decisione e la pazienza“. “La decisione è quella di voler essere buon grano“, prendendo le distanze dal maligno e dalle sue seduzioni. La pazienza, al contrario, “significa preferire una Chiesa che è lievito nella pasta, che non teme di sporcarsi le mani lavando i panni dei suoi figli, piuttosto che una Chiesa di ‘puri’, che pretende di giudicare prima del tempo chi sta nel Regno di Dio e chi no”.

Il confine tra bene e male

Oggi il Signore, aggiunge il Papa, “ci aiuta a comprendere che il bene e il male non si possono identificare con territori definiti o determinati gruppi umani“, “ci dice che la linea di confine tra il bene e il male passa nel cuore di ogni persona”. Poi afferma: “Siamo tutti peccatori”, e rivolgendosi ai fedeli che affollano la piazza barocca, chiede: “Mi verrebbe da chiedervi: chi è senza peccato alzi la mano. Nessuno, vedete”. Cristo, con la sua morte e risurrezione, prosegue Bergoglio, “ci ha liberato dalla schiavitù del peccato e ci dà la grazia di camminare in una vita nuova”. Non solo. “Con il Battesimo ci ha dato anche la Confessione, perché abbiamo sempre bisogno di essere perdonati dai nostri peccati“. Quindi sottolinea: “Guardare sempre e soltanto il male che sta fuori di noi, significa non voler riconoscere il peccato che c’è anche in noi”.

La prospettiva della speranza

Inoltre, conclude il Pontefice, “Gesù ci insegna un modo diverso di guardare il campo del mondo, di osservare la realtà“. Ma per farlo “siamo chiamati a imparare i tempi di Dio, che non sono i nostri tempi”, e il suo “sguardo”. Infatti, “grazie all’influsso benefico di una trepidante attesa, ciò che era zizzania o sembrava zizzania, può diventare un prodotto buono”: questa è “la realtà della conversione, la prospettiva della speranza“. Invocando la Vergine Maria, il Papa auspica che con l’aiuto della Madonna ciascun cristiano possa “cogliere nella realtà che ci circonda non soltanto la sporcizia e il male, ma anche il bene e il bello”, fino “a smascherare l’opera di Satana“, confidando “nell’azione di Dio che feconda la storia”.

L’appello per la pace in Terra Santa

Al termine della preghiera mariana, il Pontefice lancia un appello per la Terra Santa, martoriata da violenze: “Seguo con trepidazione le gravi tensioni e le violenze di questi giorni a Gerusalemme. Sento il bisogno di esprimere un accorato appello alla moderazione e al dialogo. Vi invito ad unirvi a me nella preghiera, affinché il Signore ispiri a tutti propositi di riconciliazione e di pace“.