Campidoglio, presunte irregolarità nelle firme per Raggi. La sindaca: “Non mi risulta, verificheremo”

Non c’è pace nemmeno in vacanza per la sindaca di Roma, Virginia Raggi, raggiunta sulle piste dolomitiche da un inviato del programma “Le Iene” in cerca di risposte per evitare un nuovo “caso Palermo”, sulle presunte irregolarità delle firme che portarono alla sua nomina. A lanciare il sasso è stato il capogruppo della Lista Marchini in assemblea capitolina, Alessandro Onorato: “Il M5S ha depositato il modulo di raccolta delle firme con data 20 aprile, quando loro dichiarano di aver raccolto 1.352 firme – ha spiegato durante l’intervista con la “iena” Filippo Roma -. Ma basta andare sulla pagina della Raggi, della Lombardi o di altri esponenti del Movimento, per vedere che dicono di aver raccolto le firme il 23 aprile”. Il capogruppo ha rilasciato tali affermazioni dopo aver richiesto ed eseguito un accesso agli atti “sulle firme per la presentazione della candidatura del Movimento 5 Stelle e di Virginia Raggi a sindaco di Roma”. Firme che, secondo il consigliere dell’opposizione, “all’ufficio elettorale avrebbero dovuto rifiutare, ma non lo hanno fatto”.

Raggi: “Verificheremo ma nessuna irregolarità”

Da parte sua, la sindaca ha dapprima evitato di confrontarsi con l’inviato Roma, durante le sue vacanze sull’Alpe de Siusi. Poi, nella mattinata del 27 marzo, è tornata sulla questione: “Se ho letto della presunta irregolarità delle firme per la mia candidatura? Sì lo abbiamo letto, sono venuti anche in montagna. Abbiamo sempre risposto tramite i delegati di lista, che sono peraltro due avvocati, mi hanno rassicurato. Comunque effettueremo anche ulteriori accertamenti e verifiche ma da quello che mi viene rappresentato dai miei stessi delegati non c’è alcuna irregolarità”.

Onorato: “M5S veggenti o c’è un falso”

Secondo quanto spiegato da Onorato, per i 5 stelle sarebbe stato impossibile conoscere i nomi dei propri supporter con tre giorni di anticipo: “O sono veggenti o c’è un falso”, il commento del capogruppo. La replica M5S, oltre che per bocca della prima cittadina, è arrivata anche attraverso una nota apparsa su Facebook: “Il servizio de “Le Iene” riferisce di una presunta irregolarità formale su un atto (chiamato atto principale) redatto dai delegati di lista, ma è bene chiarire subito che non sono le firme a essere irregolari. Ma anche ipotizzando che ci sia un errore formale questo non inficia la regolarità e la legittimità della lista… Mettetevi l’animo in pace: la Raggi è legittimamente sindaco di Roma votata da più di due terzi degli elettori romani”.

Pd: “Come nel film di Zemeckis…”

Inevitabili, però, le reazioni dell’opposizione per questa nuova ombra che si allunga sulla giunta capitolina, a cominciare dal Partito democratico. La deputata Morani, ad esempio, cita ironicamente il film “Ritorno al futuro”: “Come nel famoso film di Zemeckis i grillini capitolini viaggiano nel tempo e dichiarano il 20 aprile 2016 di aver raccolto 1.352 firme utilizzando 90 atti separati. In realtà, le firme sono di tre giorni dopo: il 23 aprile 2016, come testimonia anche la Raggi in un tweet lo stesso giorno. Cosa è successo? Siamo di fronte a un caso di veggenza o a un falso?”.

Di Maio: “Firme raccolte correttamente”

Non si è fatta attendere la dichiarazione di Luigi Di Maio. Il vicepresidente della Camera, se da un lato invita il Partito democratico ad astenersi dal commentare “senza guardare in casa propria”, mantiene una certa cautela sulla questione firme: “Le firme sono state tutte raccolte correttamente, ma c’è il problema di una data… Detto questo, vedremo”