OTTAVI EURO 2016, CONTE: “SPAGNA TI POSSIAMO FARE MALE. NON VOGLIO TORNARE A CASA”

“Se vogliamo vincere con la Spagna e compiere una vera e propria impresa dobbiamo andare al di là del prevedibile e pensabile, fare cose straordinarie”. Antonio Conte, a ridosso della partita con la Spagna, match valido per la qualificazione ai quarti di finale di Euro 2016, trasmette a tutti la sua convinzione: “I miei giocatori sono capaci di fare questo, e anche altro”. Il ct manda messaggi (diretti e subliminali) con un’inconsueta aria da guru. “La gara la dobbiamo vincere tutti insieme nella fase offensiva – spiega -, è quando abbiamo palla che dobbiamo fare male alla Spagna. Stiano attenti, gli iberici: in fase possesso possiamo devastare chiunque. Sento parlare di Morata, Nolito, del loro attacco: ma pensiamo anche alla nostra fase offensiva. Abbiamo un’organizzazione difensiva, ma anche offensiva. La Spagna stia attenta a noi. Anche perché – scandisce – io non voglio tornare a casa. E lo stesso vale per tutti gli azzurri: l’Italia qui non è vittima sacrificale. E’ una sfida impari, ma il bello della vita è lavorare per sovvertire questo tipo di pronostici” .

Gli azzurri non battono gli attuali campioni d’Europa dal 1994, facendo a meno di quello che probabilmente era il giocatore meno sostituibile di questa nazionale: Antonio Candreva, uno che ha spunto in velocità ma anche fosforo, dribbling e tiro. Perfetto con le sue ripartenze per mandare in difficoltà avversari piuttosto statici in difesa. Tuttavia, fermo restando il 3-5-2 classico degli azzurri di Conte, l’infortunio muscolare che ha messo k.o. il laziale dovrebbe indurre il ct a schierare nella formazione, ormai collaudata, Florenzi a destra, sostituito a sua volta a sinistra da uno tra De Sciglio (favorito) e Darmian. Inserire El Shaarawy o Insigne, se è una decisione che probabilmente è rinviata a situazioni contingenti a gara in corso. Il sogno azzurro di superare gli iberici si alimenta di obiettive considerazioni di qualità dell’avversario: che è certo, come dice Conte, la squadra favorita per la gara di domani. Ma da molti viene considerata a fine ciclo, con un Tiki-Taka meno stordente (complice il pensionamento di Xavi) e paradossalmente limitato nel passaggio dal falso nueve a un centravanti verissimo (tre gol finora) come Morata.

L’Italia, dal canto suo, ha sicuramente centimetri e corsa: la squadra di Conte, statistiche Uefa alla mano, è sicuramente più fisica, tonica, persino “tosta”, della Spagna. “E’ la finale di quattro anni fa – riprende Conte – e per una delle due squadre non ci sarà un domani all’europeo. Non dovremo avere recriminazioni, dovremo avere dato tutto: se poi l’avversario si dimostra più forte saremo i primi ad applaudire. Ma – ammonisce – ricordatevi che noi non giochiamo in orizzontale, colpiamo in verticale. E (lo dice l’Uefa) corriamo tanto. Non è facile starci dietro, non credo proprio che deluderemo milioni di italiani”. Queste le probabili formazioni di Italia-Spagna, ottavo di finale di Euro 2016 in programma allo Stade de France:

Italia (3-5-2): 1 Buffon, 15 Barzagli, 19 Bonucci, 3 Chiellini, 8 Florenzi, 18 Parolo, 16 De Rossi, 23 Giaccherini, 2 De Sciglio, 9 Pelle’, 17 Eder (12 Sirigu, 13 Marchetti, 5 Ogbonna, 4 Darmian, 10 Thiago Motta, 14 Sturaro, 6 Candreva, 21 Bernardeschi, 20 Insigne, 22 El Shaarawy, 7 Zaza, 11 Immobile) All.: Conte

Spagna (4-3-3): 13 De Gea, 16 Juanfran, 15 S. Ramos, 3 Piquè, 18 Jordi Alba, 10 Fabregas, 5 Busquets, 6 Iniesta, 21 David Silva, 7 Morata, 22 Nolito. (1 Casillas, 23 Rico, 2 Azpilicueta, 4 Bartra, 12 Bellerin, 17 San Josè, 8 Koke, 9 Lucas Vazquez, 11 Pedro, 14 Thiago Alcantara, 19 Bruno, 20 Aduriz). All.: Del Bosque. Ad arbitrare ci sarà il turco Cakier. Le quote Snai danno la vittoria Italia a 4, il pareggio a 3, la vittoria Spagna a 2.15.

“Nelle quattro precedenti sfide ufficiali – racconta Buffon ai giornalisti stranieri che lo osservano come si fa con un simbolo globale del pallone – a parte Kiev dove arrivammo stremati nella testa e nel fisico, la Spagna ci ha sempre sofferto: l’Italia è l’unica che li ha fatti sudare davvero, anche quando dominavano il mondo in giro per tutti i continenti”. E argomenta: “Due volte siamo arrivati pari al 120′ e una al 90′, e sempre con grandi sofferenze per loro”. Il pensiero vola al quarto di finale di Euro 2008, 0-0 e poi sconfitta ai rigori che lanciò il ciclo vincente del tiki taka iberico; all’1-1 di Danzica a inizio Euro 2012, quando gli azzurri avrebbero persino meritato la vittoria; e della semifinale della Confederations 2013, Italia più brillante e Spagna vincente ai rigori.

Buffon c’era in tutte e quattro le partite, ma a bruciare nell’anima è la ferita della finale 2012 (0-4, con gli azzurri praticamente in nove dal 60′ causa infortuni). Ma lo spirito non è quello di rivalsa.:”Non c’è nulla da fare, a 38 anni dopo infinite partite del genere mi emoziono ancora, eccome – racconta – Certo, l’esperienza conta per gestirla meglio. Ma vivo per sfide del genere, le considero ancora la cosa più bella della mia vita, almeno di una parte. Morata? E’ vero, a inizio stagione stava attraversando un periodo difficile – conclude il capitano azzurro – e gli consigliai di piangere chiuso in una stanza: come spesso capita ai giovani, quando incontrano una difficoltà vanno in depressione, cercano alibi, si piangono addosso. Gli dissi smetti di farlo e tornerai a essere un giocatore determinante”.