USA, GIALLO SULLA MORTE DELL’EX PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA ONU

Giallo negli Usa per la morte dell’ex presidente dell’Assemblea Generale Onu, John Ashe. Infatti, secondo quanto sarebbe stato rivelato al Daily News dal medico legale della contea di Westchester, non sarebbe stato un attacco di cuore a causare il decesso dell’ex diplomatico di Antigua e Barbuda, come invece era stato dichiarato in precedenza.

Ashe, deceduto mercoledì scorso a 61 anni nella sua casa nello stato di New York, sarebbe morto a causa di un incidente mentre si allenava nella palestra della sua casa di Dobbs Ferry. Il medico legale avrebbe precisato al Daily News che la causa del decesso sarebbe “asfissia traumatica con fratture alla cartilagine della laringe”, molto probabilmente verificatosi dopo che gli è caduto un bilanciere sul collo.

L’ex diplomatico, che ha ricoperto l’incarico di presidente dell’Assemblea Generale all’Onu dal settembre 2013 al settembre 2014, era stato arrestato nel 2015 in relazioni alle indagine avviate dalle autorità Usa sulle presunte tangenti pagate a funzionari dell’Onu per sostenere progetti immobiliari a Macao.

Da quanto era emerso dalle indagini della polizia federale, Ashe aveva usato la sua posizione di Rappresentante Permanente di Antigua e Barbuda presso le Nazioni Unite e poi di presidente dell’Assemblea Generale per introdurre un documento a sostegno di un progetto immobiliare del magnate cinese Ng Lap Seng, tutto in cambio di 1,3 milioni di dollari “offerti” dall’ uomo d’affari cinese. Secondo gli inquirenti, una parte delle tangenti furono utilizzate per pagare le vacanze di Ashe e della famiglia e per costruire un campo da basket nella sua casa di Dobbs Ferry, a New York.