Bonafede, respinte in Senato le mozioni di sfiducia

L'Aula non accoglie le mozioni di Centrodestra e +Europa. Il Guardasigilli: "Caso Di Matteo? Non sono più disposto a tollerare illazioni". I renziani non votano contro il ministro

Non passa, in Senato, la mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Con 131 voti a favore, 160 contrari e un astenuto, l’Aula non accoglie l’istanza presentata dal Centrodestra. Nulla di fatto anche per la mozione di +Europa, anch’essa respinta con 158 no, 124 sì e 19 astenuti.

La discussione

La questione Covid resta aperta, specie dopo il riscontrato re-incremento di vittime e contagi. Questo nel momento in cui in Senato passa il caso più spinoso, a livello istituzionale, dall’inizio della pandemia. La quale, ovviamente, entra indirettamente nelle discussioni che potrebbero portare alla sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Un nodo che, per ammissione delle stesse forze di maggioranza, potrebbe portare alla prima vera (e forse irreparabile) crisi del governo Conte II. Elemento divisivo, in merito, la posizione di Italia Viva. Non chiara fino all’ultimo, nonostante l’aut aut del capogruppo dem alla Camera, Graziano Delrio, e resa ancora più decisiva dalle parole del leader Matteo Renzi, prima alla vigilia (“L’intervento di oggi in Senato è uno degli interventi più difficili della mia esperienza politica”), poi in Aula: “Voteremo contro le mozioni di sfiducia – ha detto l’ex premier, ma riconosciamo al centrodestra e Emma Bonino di aver posto dei temi veri. La sua mozione non era strumentale. Ma Bonafede amministri la giustizia, non il giustizialismo e ci avrà al suo fianco”.

La relazione

E’ un intervento atteso quello del guardasigilli, secondo il quale la vicenda sul pm Di Matteo “è stata ormai a dir poco sviscerata in ogni sua parte”, sgomberando “ampiamente tutti gli pseudo-dubbi”. Secondo Bonafede, la decisione che portò Francesco Basentini a capo del Dap non vide “nessun condizionamento. Non sono più disposto a tollerare alcuna allusione o ridicola illazione. E’ totalmente falsa l’immagine di un governo che avrebbe spalancato le porte delle carceri addirittura per i detenuti più pericolosi”.

Scudo dem

Via alla discussione attorno alle 9.45, con la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, che invita i senatori a rispettare le distanze, in osservanza delle norme anti-Covid. Anche questa, in fondo, è una prova del nove: affrontare una questione in grado di mettere in discussione il futuro del governo dando al contempo un buon esempio nel rispetto delle norme di sicurezza. Nel frattempo, già prima della discussione arriva qualche presa di posizione a colpi di tweet: “Non c’è alternativa a respingere la sfiducia a Bonafede – ha scritto l’ex presidente dem Matteo Orfini. Ma non è obbligatorio farlo fingendo di condividerne le idee. Le politiche per la giustizia di questo governo sono pessime e devono cambiare radicalmente. E spetta al Pd chiederlo. Anzi esigerlo”. Dai dem, si leva anche la voce del ministro agli Affari europei, Vincenzo Amendola, intervenuto a SkyTg24: “Una mozione di sfiducia va letta nel merito, credo che sia giusto respingerla proprio perché non ci sono gli elementi di merito. Accanto a questo ovviamente c’è una discussione sul lavoro importante che il ministro Bonafede dovrà fare nei prossimi mesi, sulla riforma di differenti ambiti del mondo della giustizia e credo che la coalizione, pur nelle differenze che ci sono su questi temi, possa lavorare insieme in maniera coesa“.

Opposizioni e Iv

La linea del Carroccio si mantiene abbastanza chiara, come riportato dal segretario Matteo Salvini: “La Lega voterà anche la mozione di sfiducia di Più Europa. Serve un ministro della giustizia che sia in grado di gestire le carceri, che assicuri che i boss non escano di galera, che ci sia certezza della pena”. Guardinga, invece, la posizione di Fratelli d’Italia: “Sulla mozione della Bonino – ha detto la leader Giorgia Meloni -, ci sono degli elementi che non condivido, né utilizzerò i voti di FdI per far alzare la posta a Renzi. Noi votiamo alla seconda chiama, vediamo prima se l’ha votata Renzi“. A proposito di Italia Viva, è ancora il ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, a tracciare una linea ancora evasiva: “Ascolteremo il ministro della giustizia – ha detto a ‘Circo Massimo’ -. Il ministro sa bene, che ci sono temi sensibili sul giustizialismo, noi continuiamo a pensarla in modo diverso come sulla prescrizione. Allora aspettiamo che il ministro dia segnali importanti in questa direzione. Sulla base di questo si esprimerà il nostro voto in Senato“.