VESCOVI EUROPEI PER LA PACE

Promuovere la pace nel mondo, vocazione dell’Europa”, è il titolo del documento che i Vescovi europei, della Comece, la Commissione della Conferenza Episcopale dell’Unione Europea, hanno presentato giovedi 16 giugno nella sede di Square de Meeûs, a Bruxelles come contributo all’elaborazione di un piano di sicurezza, che il Consiglio Europeo ha affidato all’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Federica Mogherini. La prima discussione nel Consiglio europeo sulla Strategia di Sicurezza globale dovrebbe tenersi a fine mese.

In un testo di circa 40 pagine, frutto del lavoro di un gruppo di esperti anche laici, i Vescovi hanno formulato ventidue “raccomandazioni”. L’Unione Europea è un “progetto di pace” – si legge –, e dunque, bisogna costruire un’Europa “più consapevole della propria vocazione e del proprio ruolo nel mondo”.

Il primo compito di un’autentica politica di pace europea deve consistere nella promozione della pace preventiva e nella trasformazione dei conflitti violenti con gli strumenti della giustizia, senza trascurare la dimensione del progetto di integrazione europea in materia di sicurezza e di difesa comuni, parallelamente agli sforzi da compiere per creare le condizioni di un disarmo anche nucleare in Europa e nel mondo”, scrivono i Vescovi europei. “Se l’Europa vuole essere all’altezza della sua vocazione”, deve “rafforzare i legami tra strumenti di politica interna ed estera”, ma anche “impegnarsi per una riforma del sistema delle Nazioni Unite”, nel senso del “rafforzamento della rappresentazione regionale” e in modo che la composizione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu “rifletta le nuove realtà mondiali e non sia dominata dagli interessi particolari degli Stati”.

Prevenzione, Giustizia, Sicurezza, sono i tre pilastri su cui deve fondarsi la politica europea. Nella prevenzione rientra il “consolidamento della pace”, con “un’azione ambiziosa di grande vigore” per “trasformare i germi di un conflitto potenzialmente violento in maniera sostenibile, evitando nel lungo periodo il ricorso alla forza”. I pericoli che l’UE si trova ad affrontare – dicono i pastori  – sono:  le instabilità regionali, l’intenso flusso migratorio, la povertà, la minaccia del terrorismo fondamentalista. Soprattutto per un’azione di prevenzione dai rischi del terrorismo, occorre intervenire nel “tagliare i flussi finanziari internazionali destinati a fini terroristici”, migliorando l’informazione e la cooperazione tra i 28 Stati membri e con i Paesi alleati dell’area euro-mediterranea, affrontando alla radice le cause d’instabilità sociale, politica e religiosa.

“Ogni aspetto di una crisi deve essere tenuto in conto, perché essa è sempre globalmente interconnessa”, dichiarano i Vescovi. Quindi, “sviluppo umano, socio-economico e ambientale devono essere promossi in quanto vettori indispensabili della pace”. Tra le proposte concrete: lo studio di nuovi sistemi e strumenti di scambio e di commercio improntati ai valori di equità, solidarietà ed eticità, l’adozione di regole comuni efficaci e vincolanti nella lotta alla corruzione,  alla frode e all’evasione fiscale, una gestione comune delle risorse energetiche, che regolamenti l’estrazione, la distribuzione e il commercio secondo il principio del bene generale.

In questa prospettiva di pace e di solidarietà, i prelati si esprimono a favore di un “approfondimento della dimensione della difesa e della sicurezza comuni del progetto europeo”, lasciando aperta “la possibilità di un raggruppamento più efficace delle capacità di difesa europee”, e cioè, della costituzione di un sistema unico di difesa, con “un’integrazione rafforzata dell’industria europea per la difesa”, nel rispetto del diritto internazionale e delle sue istituzioni, “senza alimentare una dinamica dell’armamento in Europa e nel mondo”. Quindi, l’invito a “regole più efficaci e coerenti per il controllo delle esportazioni di armi” e per la tecnologia della difesa.