Vertice europeo: Roma propone un fondo gestito da Bruxelles

Investimenti senza precedenti e ritorno al mercato unico

Giovedì ci sarà un nuovo vertice europeo ma probabilmente, ancora una volta, non sarà risolutivo, come annuncia lo stesso premier Giuseppe Conte, anche se potrebbe fare dei passi avanti molto concreti sulla nascita del Recovery Fund, il fondo per finanziare la ripresa dell’economia europea messa in ginocchio dal Coronavirus. Le proposte, inclusa quella che l’Italia ha messo sul tavolo, cominciano a convergere almeno sul ruolo centrale del bilancio Ue che farà da garanzia al fondo. Usare un mezzo già esistente consente di fare in fretta: “Non abbiamo tempo per cambiare i Trattati”, avverte Conte in Parlamento. Resta da vedere quanto sarà ampio, se darà solo prestiti o anche sovvenzioni a fondo perduto, quando sarà operativo e per quanto tempo. Questioni non semplici, su cui i leader avranno un primo confronto ma poi aspetteranno che la Commissione presenti la sua proposta il 29aprile, per avviare una discussione più puntuale. Il rischio è che, aprendo il vaso di Pandora del bilancio europeo, i tempi del confronto si allunghino lasciando ancora una volta i Paesi a rimettere in moto le loro economie con le proprie forze.

Conte non accetta compromessi

Dal vertice Conte si aspetta almeno “un indirizzo chiaro” sugli strumenti per combattere “lo shock”. Non è disposto ad accettare compromessi “al ribasso”, perché è un negoziato dove “o vinceremo tutti o perderemo tutti”. Per questo non si metterà di traverso sul Mes: “Ci sono Paesi in Ue che hanno dimostrato interesse” al Mes senza condizioni, come la Spagna, e “rifiutare questa nuova linea di credito significherebbe fare un torto a questi Paesi che ci affiancano nella battaglia”. Resta, però, l’intento di procedere con la “massima cautela”.

Cosa succederebbe se si bloccasse il Mes?

Il fatto è che se giovedì si bloccasse l’ok definitivo al Mes, si bloccherebbero anche gli altri due strumenti che l’Eurogruppo ha approvato, cioè il meccanismo anti-disoccupazione Sure e i nuovi prestiti Bei. Che tutti, Italia compresa, vorrebbero in vigore il prima possibile. Se giovedì avranno l’ok servirà solo qualche settimana di ratifica parlamentare in alcuni Paesi europei e poi i tempi tecnici per avviarli. Il presidente dell’Euro gruppo Mario Centeno spiega che anche il Mes sarebbe operativo in due settimane, e ribadisce che non avrebbe condizionalità né troika.

Il fondo solidarietà

Per il Recovery Fund, invece, l’obiettivo del fronte del Sud è fare in fretta, cioè avere per giugno un accordo definitivo anche sul bilancio Ue. E il fondo operativo da luglio. La proposta italiana suggerisce come: il fondo di solidarietà sarà gestito dalla Commissione Ue, con l’implicita garanzia del budget europeo, ma includendo inizialmente garanzie comuni di tutti gli Stati membri. Questo perché le garanzie del bilancio pluriennale ci saranno solo a partire dal 2021. Se il fondo deve essere operativo prima, gli Stati devono anticiparle. Ma poi, progressivamente, saranno sostituite da quelle comuni che si troveranno alla voce ‘risorse proprie’ del bilancio, ovvero nuove tasse europee, come quella sulle emissioni. Grazie a quelle garanzie la Commissione Ue raccoglierà nuove risorse sui mercati finanziari, per dare prestiti ‘back to back’ agli Stati membri, con “scadenze il più possibile a lungo termine”. Sul tavolo, oltre a quella italiana, restano anche la proposta francese e quella spagnola, a cui l’Italia guarda con favore. La speranza è che la proposta che la Commissione presenterà il 29 aprile somigli il più possibile alle tre, e non accolga invece le resistenze che certamente avranno i Paesi del Nord, anche detti ‘frugali’ nel dibattito sul bilancio Ue perché contrari a qualunque aumento delle poste. Qualunque proposta passi, è destinata almeno a raddoppiare la capacità del bilancio Ue, che è di circa 1.000 miliardi, se vuole proporsi come stimolo credibile. La Germania aperta all’idea del Recovery Fund gestito dalla Commissione e col compito di emettere titoli, è già un buon inizio. Sul fronte italiano invece non sono mancate polemiche e tensioni dopo l’intervento di Conte.

Il ritorno al mercato unico

Il ritorno ad un “mercato unico pienamente funzionante e rivitalizzato”; “investimenti senza precedenti” sul genere del Piano Marshall; un ruolo rafforzato dell’Ue nel mondo, con un focus sulle relazioni con l’Africa; ed un sistema di governance dell’Ue “più resiliente ed efficace”. Sono i quattro pilastri della road map per la ripresa dalla crisi economica causata dal coronavirus, pubblicata dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, assieme alla sua lettera di invito ai 27 leader, alla video conferenza di giovedì. “La tabella di marcia – si legge nel documento – sarà completata da un Piano d’azione più dettagliato, che fisserà le misure da adottare con la tempistica adeguata”.