Contrasti con gli Indù. Il Nepal ostacola la visita del premier indiano Modi

Molti partiti politici nepalesi hanno definito “propaganda religiosa” la visita del premier Narenda Modi a uno dei templi indù più noti dell’ Asia meridionale, il Ramjanaki, che si trova in Nepal. Il governo indiano si è visto costretto a cancellare la visita del primo ministro che si recherà lo stesso a Kathmandu, ma soltanto domani e solo per prendere parte ai lavori del summit dell’Associazione per la cooperazione regionale dell’Asia meridionale. Modi era atteso da fedeli indù nepalesi e indiani: nella notte era giunta una numerosa processione dal tempio indiano di Ayodhya, già al centro di sanguinose violenze con la comunità musulmana locale, per celebrare il discorso del primo ministro indiano.

Ramchandra Jha, leader maoista che ha guidato la protesta politica, spiega: “Narendra Modi non è soltanto il primo ministro dell’India, ma è anche il capo di un Partito chiaramente indù. Abbiamo chiesto ai governi di Nepal e India di cancellare questo incontro e abbiamo proposto di far parlare Modi in un altro posto, laico. Abbiamo lottato anni per avere una Repubblica federale secolare”.

Ad appoggiare ulteriormente il discorso di Jha è stato Pushpa Kamal Dahal, presidente della formazione maoista che ha detto: “esistono molte cospirazioni che remano contro la creazione di uno Stato nepalese laico e che vogliono interferire con la nostra nuova Costituzione repubblicana. La battaglia vinta per il secolarismo del governo è minacciata: dobbiamo salvaguardarla, ed essere sicuri che il nostro Paese non abbia di nuovo una religione di Stato”.