ALLARME SOCIAL: LE FOTO DEI BAMBINI IN MANO AI PEDOFILI

“La pedopornografia in rete e, particolarmente nel dark web, sarebbe in crescita vertiginosa: nel 2016 due milioni le immagini censite, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Fonte involontaria sarebbero i social network in cui genitori postano le immagini dei figli”. A lanciare l’allarme è stato il Garante della privacy, Antonello Soro, nella Relazione annuale sull’attività del 2016 al Parlamento.

Allarme

Un monito che si traduce nell’invito, rivolto ai genitori, a non postare con disinvoltura le foto dei propri bambini. Se, infatti, un tempo la pedopornografia veniva foraggiata per lo più con materiale illegale reperito in circuiti riservati, oggi l’operazione, complici i social media, è molto più semplice: basta una condivisione di troppo per mettere l’immagine di un minorenne nella disponibilità di un pedofilo.

Lo studio

Insomma, ciò che per un genitore è un gesto d’amore per un malintenzionato può diventare una risorsa cui attingere. Lo dimostra un rapporto pubblicato qualche tempo fa dall’Australia’s new Children’s eSafety, l’organismo australiano che ha il compito di monitorare la sicurezza dei minori online. Dallo studio risulta che almeno il 50% delle fotografie sequestrate ai pedofili da parte della polizia ritrae bambini mentre compiono attività ordinarie, come nuotare o fare sport. Ma, una volta entrate nella rete, vengono sessualizzate con commenti irriferibili. E non parliamo di poche decine di immagini, ma di milioni. “Molti utenti dicono chiaramente di aver preso quel contenuto trafugandolo da un profilo nei social e spesso queste persone si scambiano l’indirizzo mail con l’invito di connettersi fuori dal sito per vendere il materiale” ha spiegato un componente dell’autority australiana. Un altro membro della stessa commissione ha aggiunto che in un sito frequentato da pedofili, delle circa 45 milioni di foto ritraenti minorenni, circa la metà sembravano prese dai social media e poi inserite in categorie con nomi agghiaccianti come “Le amichette di mia figlia su Instagram“.

Ingenuità

Ciò che agevola il compito di questi criminali è l’ingenuità con cui i genitori si rivolgono alle nuove piattaforme di comunicazione. Spesso non vengono utilizzati gli strumenti a tutela della privacy messi a disposizione, che consentono, ad esempio, di limitare la visualizzazione del contenuto solo a un pubblico “di fiducia”. Oppure quelli che permettono di coprire con emoticon ad hoc il volto del minore immortalato, in modo da non renderlo riconoscibile.

Territorio di caccia

Il problema della pedofilia online è ovviamente più vasto e riguarda anche vere e proprie forme di adescamento (il cd grooming) effettuate dagli “orchi” attraverso il web. Nel suo portale istituzionale la Polizia di Stato spiega: “L’estrema confidenza che i giovani hanno con internet li conduce talvolta a valicare i confini della prudenza, gli consente di cavalcare la loro naturale curiosità verso l’amore con maggiore libertà di quanto farebbero nella vita reale“. Pertanto, chi ha interesse a entrare in contatto con loro per instaurare relazioni via via sempre più morbose ha a disposizione un luogo dove avvicinarli con facilità, magari celando in un primo momento la propria identità. Ciò, poi, si associa all’errata percezione di chi considera internet una zona protetta prestandosi alle avance del suo interlocutore, acconsentendo (quando si è entrati in confidenza) alla richiesta di mostrarsi senza veli. Nel tempo il pedofilo, infatti, sfrutta la sua maggiore maturità intellettuale per manipolare il minore e costringerlo a fare cose che non sono adatte alla sua età, per obbligarlo a “fotografare e filmare il privato che può diventare pubblico”.

Prevenzione

Quando si rende conto della trappola il giovane entra in una spirale di paura e sensi di colpa che impediscono al giovane di confrontarsi con la famiglia. Per questo il Telefono Azzurro ha fornito un vademecum ai genitori volto a prevenire gli adescamenti. Gli esperti consigliano di costruire con i figli un dialogo sincero, che li porti a condividere le loro preoccupazioni. Occorre poi interessarsi alle attività che svolgono e conoscere le persone e i luoghi che frequentano abitualmente. Importante è poi notare i piccoli cambiamenti nella loro sfera emotiva, confrontarsi con gli insegnanti di scuola, scegliere con attenzione le persone cui affidarlo (baby sitter, vicini di casa ecc.), stabilire con la prole semplici regole di sicurezza. Ove si avesse il sospetto di un adescamento in corso l’invito rivolto ai genitori è quello di denunciarlo immediatamente alle forze dell’ordine.