Il presidente Mattarella promulga la Legge elettorale

Nessun profilo di illegittimità costituzionale riscontrato e legge promulgata: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha così stabilito in merito al Rosatellum bis, approvato non più di una settimana fa dal Senato dopo la votazione su ben cinque questioni di fiducia. Niente da fare, dunque, per il Movimento 5 stelle, in forte pressing sul Capo di Stato per la stesura perlomeno di una lettera di raccomandazione sull'uso (facoltà in possesso del Presidente della Repubblica qualora lo ritenesse necessario), una volta captata l'impossibilità che venisse riconosciuta l'auspicata illegittimità. A ogni modo, nonostante le proteste e le invocazioni da parte degli oppositori, la Legge elettorale ha superato indenne l'esame del Colle, dove era approdata il 27 ottobre scorso dopo aver passato gli scogli di Montecitorio e Palazzo Madama.

Le remore di Napolitano

Nel corso dell'analisi del testo legislativo, gli uffici del Quirinale avevano focalizzato particolare attenzione sui passaggi più contestati dal M5S e dagli altri partiti contrari al Rosatellum 2.0. Fra coloro che avevano avversato le modalità di approvazione della Legge anche l'ex presidente Giorgio Napolitano, protagonista di un'arringa al Senato nella quale, come annunciato all'indomani dell'ok alle prime fiducie alla Camera, ha spiegato le ragioni della sua contestazione ma affermando, davanti all'Aula, che avrebbe comunque dato il suo sì, condannando però le pressioni esercitate sul presidente del Consiglio Gentiloni.

Al voto con il Rosatellum

Tra le tante obiezioni poste, in piazza come in Aula, dalle opposizioni al quartetto di maggioranza (comprensivo di Lega e Forza Italia, oltre che del Partito democratico) gli effetti del voto uninominale e, nondimeno, l'apertura alle coalizioni. Del resto, anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha espresso le sue perplessità su fiducia e testo di legge prendendo la decisione di lasciare il Pd, aprendo diversi scenari (Mdp su tutti) sul proprio futuro politico in vista delle elezioni del 2018. A ogni modo, proteste e dissensi di piazza non hanno impedito alla blindatissima Legge elettorale di passare senza danni anche al Colle e di rendersi quella con la quale si andrà a votare alla prossima tornata elettorale.