L’UE RIVEDE LE STIME SULL’ITALIA: PIL IN CRESCITA NEL 2016

“Sostenuta da fattori esterni positivi, l’economia italiana torna a crescere nel 2015 e la ripresa si rafforzerà nel 2016″ lo dicono le stime della Commissione Ue che prevedono una crescita di +0,6% nel 2015 (invariata rispetto alle stime di febbraio) e di +1,4% nel 2016 (in rialzo di +0,1% su febbraio). “Mentre gli indicatori della fiducia sono stabilmente migliorati nei mesi recenti, la fluttuazione di quelli fondamentali suggerisce che la ripresa dovrebbe essere graduale”, scrive la Commissione che rivede al rialzo anche il pil 2014: da -0,5% previsto a febbraio sale a -0,4%. Per Bruxelles l’aumento del pil a +0,6% nel 2015 è sostenuto “soprattutto dall’export aiutato dal deprezzamento dell’euro”. E “nonostante le banche siano ancora appesantite dai crediti deteriorati e i tassi reali d’interesse resteranno relativamente alti, si prevede che l’aumento degli export sbloccherà lentamente nuovi investimenti in attrezzature mentre le condizioni del credito miglioreranno gradualmente”, si legge nel documento. Per quanto riguarda il 2016, “la ripresa rafforzerà, il pil accelera a +1,4% con l’Italia che beneficia dell’aumento della domanda esterna e con gli investimenti che riprendono”. E “il netto deprezzamento dell’euro potrebbe portare a guadagni più forti dell’atteso per la competitività”, con rischi “al rialzo” sugli scenari di crescita ed export

Per Bruxelles l’aumento del pil a +0,6% nel 2015 è sostenuto “soprattutto dall’export aiutato dal deprezzamento dell’euro”. E “nonostante le banche siano ancora appesantite dai crediti deteriorati e i tassi reali d’interesse resteranno relativamente alti, si prevede che l’aumento degli export sbloccherà lentamente nuovi investimenti in attrezzature mentre le condizioni del credito miglioreranno gradualmente”, si legge nel documento. Per quanto riguarda il 2016, “la ripresa rafforzerà, il pil accelera a +1,4% con l’Italia che beneficia dell’aumento della domanda esterna e con gli investimenti che riprendono”. E “il netto deprezzamento dell’euro potrebbe portare a guadagni più forti dell’atteso per la competitività”, con rischi “al rialzo” sugli scenari di crescita ed export.

Per quanto riguarda la disoccupazione la Ue rivede al ribasso le sue stime di febbraio e aggiorna il 12,8% e 12,6% di tre mesi fa con un 12,4% per quest’anno e il prossimo. Un calo “marginale” nel 2015 che “si stabilizza” nel 2016 con “gli scoraggiati che tornano forza lavoro” e “grazie al taglio del cuneo” che riduce la pressione.

La Commissione Ue rivede leggermente al rialzo le previsioni sul debito italiano nel 2015 (133,1% rispetto al 133% previsto a febbraio), ma vede una decisa discesa nel 2016 (130,6% invece di 131,9% di febbraio) “grazie alla crescita nominale più alta e all’avanzo primario”. La Commissione Ue prevede che il debito “abbia un picco attorno al 133% nel 2015, nonostante le privatizzazioni in atto che valgono circa lo 0,5% del pil”. Bruxelles rivede al rialzo la stima del debito 2014: a febbraio lo vedeva a 131,9%, oggi a 132,1% dovuto a crescita debole e il pagamento dei debiti della p.a..

La Ue lascia invariate, rispetto a febbraio, poi le stime sul deficit italiano: dal 3% del 2014 cala a 2,6% nel 2015 e 2% nel 2016. “Peggiora leggermente” il deficit strutturale 2015: sale a 0,7% da 0,6% di febbraio. Ma la Ue vede “rischi collegati a possibili misure espansive aggiuntive annunciate nella legge di stabilità ma non ancora dettagliate”.