Nuovo giro di vite sugli ingressi negli Usa: nella blacklist anche la Nordcorea

C’è anche la Corea del Nord nella nuova black list varata dall’amministrazione Trump per limitare gli ingressi negli Stati Uniti da Paesi considerati ostili o a rischio terrorismo. Le misure riguardano otto Paesi: oltre ai sei a maggioranza musulmana già presi di mira nel precedente bando (Iran, Sudan, Somalia, Libia, Yemen e Siria) spuntano ora anche Ciad, Venezuela e, appunto, Nordcorea. Le restrizioni non riguarderanno, però, chi già possiede un visto Usa.

La direttrice generale del Dipartimento nordamericano del ministero degli Esteri nordcoreano, Choe Son-hui, è intanto partita alla volta di Mosca dove è previsto un suo incontro con “l’ambasciatore plenipotenziario” Oleg Burmistrov. Secondo l’agenzia Kcna, il viaggio è stato organizzato su invito dello stesso Burmistrov che è stato a Pyongyang a fine luglio. Il meeting servirà proprio a fare il punto sulla crisi in corso nella penisola coreana, su cui la Russia mantiene una posizione cauta, considerato il ruolo geopolitico svolto nelle vicende asiatiche e il saldo asse con la Cina, principale alleato di Kim Jong Un. Il quale, incurante delle sanzioni Onu, ha inaugurato la 13sima edizione della Pyongyang Autumn International Trade Fair, dedicata al commercio internazionale alla quale prendono parte oltre 250 società.

Durante l’iniziativa, che si chiuderà giovedì, il Nord punterà ad accelerare la crescita dell’interscambio internazionale avendo chiamato rappresentanti del mondo del business da Paesi quali Cina, Cuba, Indonesia, Siria, Taiwan e Vietnam. La fiera, che espone macchinari elettrici, per l’alimentare e la salute, creerà opportunità per lo sviluppo amichevole delle nostre relazioni esterne”, ha affermato O Ryong-chol, vice ministro del Commercio estero nella cerimonia di apertura in cui ha aggiunto che il Paese, unito intorno alla leadership di Kim, sta accelerando la produzione di produzione innovativa non curante delle ritorsioni economiche sollecitate dagli Usa e dalle altre “forze ostili“. Le sanzioni mettono al bando il 90% dell’export noto di Pyongyang, tra carbone e tessile, e una robusta stretta all’import di energia.