Egitto, almeno 47 morti e 126 feriti nel duplice attentato. Dichiarato lo stato di emergenza

Sono almeno 47 le persone morte nell’attentato sanguinario dell’Isis nelle due chiese copte di Tanta e Alessandria d’Egitto. Altre 126 sono rimaste ferite. Un bilancio che si è via via aggravato con il passare delle ore, dopo che due kamikaze si erano fatti esplodere durante la messa per la Domenica delle Palme che si stava svolgendo in entrambi i luoghi di culto cristiani. All’interno della chiesa di Tanta c’erano almeno duemila persone ad assistere alla celebrazione. A riferire i numeri aggiornati delle vittime è stato il principale quotidiano governativo egiziano, “Al Ahram”. L’attacco è stato rivendicato, dopo alcune ore, dal sedicente Stato islamico secondo quanto fatto sapere dall’agenzia di stampa del Califfato, “Amaq”. Le Forze dell’ordine, nel frattempo, hanno arrestato due persone sospettate di essere coinvolte nell’attentato.

Le esplosioni

Una vera apocalisse quella che si è scatenata nella chiesa di Tanta, quando una deflagrazione di enormi proporzioni ha distrutto parte dell’edificio, lasciando sul pavimento decine di morti e feriti. Nemmeno il tempo di realizzare quanto accaduto che arrivava la notizia di una seconda esplosione in un altro edificio religioso copto, stavolta ad Alessandria d’Egitto, nella chiesa di San Marco. Il kamikaze, vistasi la strada sbarrata dalle guardie di sicurezza e non potendo raggiungere l’interno della chiesa, dove stava celebrando messa il patriarca copto Tawrados II, si è fatto esplodere nei pressi dell’ingresso, sul sagrato, lasciando sul terreno almeno 18 morti.

Egitto blindato, il Papa conferma il viaggio

E’ un Egitto che piomba nuovamente nel terrore quello che, a sole tre settimane dalla visita di Papa Francesco (prevista per il 28 e il 29 aprile), ha dichiarato per tre mesi lo stato di emergenza, decretato dal presidente Abdel Fattah Al Sisi. Al Cairo, le misure di sicurezza si sono fatte imponenti, con la chiusura di strade trafficate e deviazioni di traffico, con rafforzamenti della sorveglianza davanti a edifici pubblici, alberghi e, in modo ancor più massiccio del solito, nei pressi dell’ambasciata britannica. Le misure non sono però bastate a impedire numerose manifestazioni di protesta da parte della popolazione egiziana, schierata contro il governo. Le forze di sicurezza, nel corso della stessa giornata, aveva disinnescato altri due ordigni all’interno della moschea Sidi Abdel Rahim, a Tanta. Secondo quanto riferito dalla testata “Al Ahram”, il governo egiziano ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. Nel frattempo, il Santo Padre ha confermato il suo viaggio, condannando fermamente la strage dei cristiani avvenuta nelle due chiese: “Il Signore converta i cuori delle persone che seminano terrore, violenza e morte e anche il cuore di quelli che fanno e trafficano armi”.