PANAMA PAPERS, LAGARDE: “NECESSARIA UNA TASK FORCE ANTI EVASIONE”

Prosegue la bagarre sollevata dallo scandalo dei Panama Papers. La direttrice generale del Fondo monetario internazionale (Fmi) Christine Lagarde ha invitato alla prudenza distinguendo tra evasione ed elusione fiscale: “Negli ultimi trent’anni c’è stato un forte aumento degli scambi di beni intangibili che facilita l’allocazione del valore dove la tassazione è più favorevole”, spiega. E tracciare un confine fra “l’allocazione del valore” di multinazionali o start up digitali e chi nasconde capitali frutto di attività illecite non è facile. “Dobbiamo sostenere la spinta” a una maggiore trasparenza fiscale e completare lo scambio di informazioni e “dobbiamo portare risultati”, ha spiegato.

Proprio questa settimana si attende il lancio di una nuova piattaforma sulla tassazione che metterà insieme Fmi, Banca Mondiale, Ocse e Onu, una vera e propria task force anti evasione perché “è fondamentale avere tutti intorno al tavolo, anche i Paesi a basso reddito”. “Operiamo in un sistema globale – prosegue la direttrice – ma le tassazioni sono su base nazionale. La task force non avrà alcun orientamento politico, le società faranno parte della consultazione ma le istituzioni devono lavorare autonomamente”.

Secondo i calcoli di Oxfam, nei paradisi fiscali ancora sparsi per il mondo sono depositati 7.600 miliardi di dollari. È la denuncia fatta dal direttore esecutivo di Oxfam, Winnie Byanyima, al termine degli Spring meetings del Fondo monetario internazionale e della Banca Mondiale. Inoltre, denuncia, anche le risorse distribuite dalle istituzioni internazionali sono finite nei paradisi fiscali. “Di 68 società che hanno ricevuto fondi, 51 utilizzano i paradisi fiscali”, ha spiega Byanyima, durante il seminario del Fmi presente anche Lagarde. Il fenomeno, conclude Oxfam, è tanto più grave perché sottrae risorse preziose alla lotta alla povertà e al sostegno dei migranti.