La guerra dei canili romani, interviene l’Anac: nuovi documenti inviati in Procura

Decisamente più ombre che luci sul caso del canile della Muratella (e, in generale, dei canili romani), da tempo revocato al vecchio gestore e, da diversi mesi, in attesa di un bando che ne sancisca la definitiva assegnazione. A oggi, a seguito di un’istruttoria già avviata dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) nello scorso mese di aprile, si è reso necessario un ulteriore intervento dell’organo amministrativo, il quale ha di recente inviato alla Procura e alla Corte dei Conti una nuova documentazione, stilata a seguito delle numerose segnalazioni pervenute dalla scorsa primavera in merito alla gestione delle strutture destinate al ricovero dei cani.

Una storia travagliata, questa, sulla quale si proietta più di un alone oscuro. Dalla prima indagine effettuata da Anac, infatti, è risultata un’attività di proroga nel settore, attraverso la quale si è glissato in merito a tutti i regolamenti relativi ai processi di assegnazione tramite gara, con un giro di denaro arrivato a somme sempre più ingenti, destinate a un ristrettissimo numero di associazioni: circa 13 euro giornalieri per ogni singolo cane, nel caso della Muratella (12,3 milioni di euro nel triennio 2013-2015). Seguendo tale procedura, si sono verificate numerose irregolarità nella gestione del canile, circostanza che aveva condotto alla revoca dell’appalto al precedente curatore, “l’Associazione volontari canile di Porta Portese”, la quale proseguiva la sua attività (in un susseguirsi di proroghe, senza nemmeno un bando di gara) dal 2003.

A seguito della revoca predisposta da Anac, l’1 maggio scorso i nuovi affidatari (l’associazione onlus “L’impronta”), assieme al responsabile del Dipartimento tutela ambientale, si sono presentati presso la struttura (il più grande canile di Roma, con 2500 cani all’anno) ma, giunti a destinazione, avrebbero ricevuto addirittura aggressioni e minacce da parte del vecchio gestore il quale, nel frattempo, averebbe proseguito abusivamente nella sua attività di gestione, peraltro continuando a richiedere, illegittimamente, delle donazioni a supporto dell’attività.

Attualmente, quindi, il cambio di gestione non sarebbe stato effettuato e il canile vigerebbe in regime di occupazione da 7 mesi a questa parte. Assieme alla Muratella, a ogni modo, altri canili romani vivono nell’ombra della mala-gestione, tra i quali la struttura di Ponte Marconi (gestito da “L’impronta” per anni, ancora in regime di proroga) e quella di Vitinia, anch’esse rientranti nel giro dei soliti noti impegnati in un’accanita guerra per la loro assegnazione. Per questo, nuovamente, l’Anac ha deciso di prendere il controllo della situazione, cercando di definire una questione quasi ventennale, finora rimpallata da un’amministrazione all’altra senza che, in modo chiaro, sia stato possibile fornire un adeguato procedimento di affido.