BANGLADESH: L’ISLAM E’ RICONFERMATA COME RELIGIONE DI STATO

L’Alta Corte del Bangladesh ha respinto la petizione che chiedeva l’abolizione dell’islam come religione di Stato. I giudici hanno chiarito che alla base del rifiuto vi è un problema di procedura: coloro che hanno presentato la richiesta non hanno la possibilità costituzionale di farlo. La decisione è stata accolta con gioia da centinaia di musulmani che hanno festeggiato per le strade di Dhaka, la capitale che da sola con conta 15 dei quasi 178 milioni di abitanti del Paese.

La decisione della petizione ha radici lontane. E’ infatti nata 28 anni fa da un gruppo di intellettuali (scrittori, educatori e attivisti), con l’obiettivo di ridurre le violenze dei radicali islamici contro le minoranze religiose. Nella prima Costituzione del Bangladesh, varata nel 1971 dopo aver raggiunto l’indipendenza dal Pakistan, l’elemento confessionale era assente. Nel 1988, con l’ottavo emendamento, le autorità militari del Bangladesh hanno inserito nella carta fondamentale l’islam come religione ufficiale.

Secondo gli attivisti promotori della petizione, negli ultimi mesi la religione islamica è stata utilizzata per “giustificare” una serie di violenze e discriminazioni nei confronti di cristiani, indù e sciiti. Le minoranze sono bersaglio di fondamentalisti senza scrupoli che attaccano proprietà private dei cristiani, chiese, ma anche sacerdoti indù, blogger, scrittori e attivisti colpevoli di essere “atei”. La decisione di ammettere dopo tanti anni la petizione sembra essere nata, secondo alcuni testimoni, da pressioni del governo Hasina che in tal modo vorrebbe limitare i movimenti islamici più fondamentalisti.

La comunità cristiana ha accolto con favore generale la proposta; quella islamica è invece divisa tra chi afferma la “legittimità costituzionale” dell’elemento religioso in un Paese dove i musulmani rappresentano il 90% della popolazione, e chi ritiene che lo Stato debba “rappresentare in egual misura tutti i cittadini”. Theophil Nokrek, segretario della Commissione episcopale Giustizia e pace, ha dichiarato: “Si tratta di una decisione che ci addolora. La nostra nazione era nata secolare, ma con il dittatore HM Ershad ha assunto un carattere islamico per dare benefici politici al governo. E ora noi, membri delle minoranze, siamo vittime di quella decisione”. Una volta ricevuto il testo completo della sentenza, ha concluso, “decideremo se appellarci o meno alla Corte Suprema”.