SARRAJ E’ A TRIPOLI, SCONTRI A FUOCO NELLA CAPITALE LIBICA

Se l’arrivo a Tripoli del consiglio presidenziale, guidato dal premier designato Fayez al Sarraj, doveva essere un passo in avanti verso la pacificazione la mossa non ha funzionato. L’esecutivo in embrione è stato costretto a barricarsi all’interno della base navale per le inesistenti condizioni di sicurezza e per l’ostilità mostrata dalle fazioni rivali. Nella vecchia capitale è scoppiato il caso, tra spari in strada, negozi chiusi e strade sbarrate.

Tra le minacce del governo islamista, fazioni armate e militari della Marina libica fedeli a Misurata sono state schierate a difesa dell’avamposto del nuovo governo. L’arrivo all’aeroporto militare di Mitiga è stato impedito dalle autorità di Tripoli, che negli ultimi due giorni hanno chiuso a più riprese lo spazio aereo. “Nessuna forza straniera ha preso parte alla protezione del consiglio presidenziale libico nel suo arrivo a Tripoli”, ha sottolineato Abderrahman al-Tawil, responsabile del comitato temporaneo di sicurezza del governo di unità. Una presa di posizione decisa, tesa a smentire le voci diffuse da fonti legate ai falchi libici, secondo le quali Sarraj si sarebbe imbarcato su navi militari occidentali. E ancora: “Formazioni armate (legate al governo, ndr) presidiano la base navale e sono pronte a respingere ogni attacco”, ha aggiunto Tawil.

Il timore è che le milizie legate al “premier” Khalifa Ghwell, al presidente del Congresso di Tripoli (Gnc) Nouri Abusahmain e alla variegata galassia dei gruppi jihadisti passino dalle parole ai fatti. Nella serata di ieri a Tripoli quasi tutti i negozi hanno chiuso i battenti. Nelle strade è stata segnalata la presenza di diverse milizie armate. Secondo diversi testimoni, alcuni gruppi armati avrebbero sparato dei colpi in aria con le anti-aeree montate sui pick-up per impedire ad alcuni sostenitori del governo di unità nazionale di radunarsi nei pressi della piazza dei Martiri, il cuore di Tripoli. Ed è qui che i gruppi fedeli al governo Sarraj potrebbero decidere di lanciare nelle prossime ore l’offensiva per assicurare al governo la capacità di operare.

“C’è il dispiegamento di milizie ostili”, ha confermato all’Ansa l’inviato speciale dell’Italia per la Libia, Giorgio Starace: Sarraj “dovrà mostrare equilibrio, aprire il dialogo e il confronto” con gli oppositori. Ma soprattutto con il Parlamento di Tobruk, l’unico riconosciuto internazionalmente, che ha lasciato intendere che non ci sarà alcun passaggio di poteri fin quando il governo Sarraj non avrà luce verde in Aula.