Obama: “Mobiliterò il mondo. Contro l’Isis non solo gli Usa”

Nel suo discorso alla nazione Barack Obama è tornato a parlare della minaccia rappresentata dall’Isis e della coalizione internazionale che dovrà fronteggiarla. Sono oltre 40 i Paesi che si sono offerti di aiutare l’ampia campagna contro lo Stato Islamico, dall’addestramento alle attrezzature, dall’aiuto umanitario ai raid aerei e missioni di combattimento. E questa settimana, alle Nazioni Unite, continuerò a mobilitare il mondo contro questa minaccia”.

Nel messaggio rivolto ai cittadini ha ricordato il ruolo svolto dagli Stati Uniti nelle crisi planetarie.Quando il mondo è minacciato, quando il mondo ha bisogno di aiuto, chiama l’America – ha spiegato-. E noi chiamiamo i nostri soldati. Sia se si tratta di contrastare un gruppo di terroristi, o di contenere e combattere una minaccia come l’epidemia di ebola in Africa. Chiediamo molto ai nostri soldati. Mentre i nostri politici sono divisi a volte, il popolo Usa è unito nell’appoggiare i nostri soldati e le loro famiglie. Questo e’ un momento di leadership americana”.

Ma Obama ha ricordato (e qui forse si rivolgeva anche alle nazioni occidentali) che “questa non è solo la guerra dell’America”. “Non impegnerò – ha detto rispondendo alle voci che parlavano di un possibile aumento del contingente statunitense in Iraq- i nostri soldati in un’altra guerra. E’ molto più efficace usare le nostre capacità  per aiutare i nostri partner sul terreno, garantire il futuro del loro Paese. Useremo la nostra potenza aerea, addestreremo e forniremo attrezzature ai nostri partner – ha proseguito – daremo assistenza e consigli. E guideremo una coalizione allargata di Paesi che hanno un interesse in questa lotta. Questa non e’ l’America contro l’Isis. Questo e’ il popolo della regione contro l’Isis. E’ il mondo contro l’Isis”. Sul rischio attentati negli Usa il numero della Casa Bianca è stato chiaro nel sottolineare che l’intelligence non ha rilevato “piani specifici” pur ricordando che il Califfato ha “minacciato l’America e i nostri alleati.  E se lasciati incontrollati, potrebbero costituire una minaccia crescente per gli Usa”. 

Nel frattempo buone notizie sono giunte dalla Turchia. Sono infatti stati liberati i 46 ostaggi sequestrati dall’Isis a Mosul lo scorso giugno. Lo ha annunciato il primo ministro turco Ahmet Davutoglu. Per il rilascio non sarebbe stato pagato alcun riscatto, ne i sarebbe stato uno scambio di prigionieri, Si sarebbe trattato di un’operazione del dipartimento operazioni esterne del National Intelligence Organization turco.