I limiti dell'Europa a due velocità

Fari puntati sull'Italia, ma non solo, per gli squilibri macroeconomici eccessivi che sono sempre originati dagli stessi problemi: debito pubblico alto che non cala, bassa crescita della produttività in un contesto di sofferenze bancarie da smaltire ulteriormente e disoccupazione elevata.

Partite correnti

La Commissione europea inaugura il “semestre europeo” di governance economica all'insegna della svolta verde e lascia indeterminata la scelta sulla flessibilità delle regole di bilancio.  La Commissione europea ha deciso di avviare un'indagine approfondita sul surplus delle partite correnti di Germania e Olanda, perché i livelli sono ancora al di sopra delle soglie previste dalla procedura per squilibri macro-economici. I risultati dell'indagine saranno pubblicati a inizio 2020. Nel febbraio del 2019 la Commissione aveva concluso che per Germania e Olanda i livelli del surplus delle partiti correnti costituissero uno squilibrio macro-economico, ma non eccessivo. 

Bassa competitività

La media del surplus delle partite correnti su tre anni è stata del 8% del Pil per la Germania e del 9,9% per l'Olanda, contro una soglia del 6% prevista dalla procedura per squilibri macro-economici. Tra gli altri grandi paesi, la Commissione ha avviato un'indagine approfondita anche nei confronti della Francia per l'elevato debito pubblico e la bassa competitività. La manovra 2020 è stata approvata dalla Ue ma la debole economia italiana finisce di nuovo nel mirino di Bruxelles e rischia, per il sesto anno consecutivo, una procedura per squilibri macroeconomici eccessivi. Il più grave è il debito, seguito dalla disoccupazione, entrambi oltre la soglia di allarme della Ue che vede in Italia il maggior numero di criticità sul fronte del lavoro. Ma, riferisce l'Ansa, la situazione è fragile anche a causa delle vulnerabilità del settore bancario, bassa crescita e scarsa produttività. Nel nuovo Alert Mechanism Report, il rapporto che tutti gli anni valuta i rischi di squilibri nei Paesi Ue, l'Italia è di nuovo nella lista di quelli per i quali la Commissione dovrà fare un'analisi approfondita, che sarà pubblicata a febbraio. Sono tredici in tutto, ma tre già a febbraio scorso presentavano squilibri eccessivi: Italia, Grecia e Cipro.

I problemi bancari

“Il rapporto debito/Pil è aumentato nel 2018 e rischia di aumentare ulteriormente nel 2019 a causa delle deboli prospettive economiche e del peggioramento del saldo primario”, scrivono i tecnici nel rapporto. Cosa positiva, i tassi sono scesi in modo consistente, il risanamento delle banche è progredito, gli npl si sono ridotti, ma la produttività “stagnante pesa sul Pil potenziale, che a sua volta mette a rischio il  calo del debito”. Bruxelles spiega che la bassa produttività è “dovuta a bassi investimenti e innovazione sociale, un ambiente per le imprese che non sostiene, limitazioni economiche, mancanza di lavoratori specializzati”. Inoltre “restano vulnerabilità del settore finanziario, in particolare per le banche medio e piccole, che hanno grandi stock di Npl, e sono maggiormente esposte ai rischi sovrani.

Sos disoccupazione

Altro squilibrio è la disoccupazione: “Resta alta quella dei giovani e quella a lungo termine, mentre resta bassa la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, con rischi per la futura occupazione e crescita”. Nel nuovo rapporto sull'occupazione, poi, la Commissione elabora sul tema: l'Italia è il Paese Ue che presenta il maggior numero di criticità sul fronte lavoro. Dal tasso di disoccupazione alla situazione dei Neet; dall'abbandono scolastico alle pari opportunità. Inoltre, l'Italia è tra i Paesi dove rimane alto il rischio di povertà lavorativa, ovvero resta il pericolo di non arrivare alla fine del mese pur avendo uno stipendio.

La spada di Damocle della procedura 

L'analisi approfondita che la Commissione pubblicherà a febbraio dirà se gli squilibri italiani restano eccessivi oppure sono migliorati. Nel primo caso, tornerebbe di nuovo il rischio di una procedura ad hoc, che potrebbe essere lanciata a maggio, a meno che il governo non convinca Bruxelles che i rischi saranno affrontati con il piano nazionale di riforme. Il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni, evidenzia l'Ansa, torna a chiedere ai Paesi con debito alto di ridurlo, e a quelli con spazio di spendere. E comincia a raffreddare gli animi di chi vorrebbe un cambio delle regole di bilancio per poter spendere anche con pochi margini sugli investimenti verdi. “Le differenze sul tavolo sono chiare”, tra gli Stati e nel Collegio dei commissari, quindi a gennaio si avvierà il dibattito e solo verso metà anno potrebbe esserci una proposta della Commissione per modificare o interpretare le regole della flessibilità in modo diverso. Il vicepresidente Valdis Dombrovskis ha invitato alla cautela, cosciente che sul tema ci sarà un “dibattito vivace”.