BRASILE, CASO PETROBRAS: LULA NON DEPORRA’ AL PROCESSO

L’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva (comunemente noto solo come Lula) e sua moglie Marisa, di origini italiane, non deporranno giovedì prossimo davanti ai magistrati titolari dell’inchiesta “Lava Jato” su presunte tangenti e distrazione di fondi della compagnia petrolifera statale Petrobrás. Lo hanno reso noto fonti dell’Istituto Lula, la fondazione dell’ex capo di Stato. In una nota, i legali della coppia precisano che “l’ex presidente e sua moglie hanno già fornito spiegazioni per iscritto sull’attico di Guarujà alla procura” e denunciano “infrazioni” da parte degli inquirenti. Gli investigatori, da parte loro, vogliono sapere se l’attico a Guarujà, sulla costa di San Paolo, fosse o meno di proprietà della società di costruzioni Oas, anch’essa coinvolta nello scandalo tangenti. I magistrati sospettano infatti che l’attico, 297 mq su tre livelli, sia stato offerto in dono a Lula in cambio di favori e appalti.

Su Lula sono in corso almeno due indagini collaterali alla grande inchiesta Lava Jato sulle tangenti del colosso energetico Petrobrás. Pare che in cambio di commesse (raffinerie, navi, centrali elettriche), le grandi imprese private brasiliane non abbiano soltanto pagato mazzette da centinaia di milioni di dollari a politici e manager, ma anche favori in natura in due immobili all’ex presidente: una riparazione al tetto, la piscina, l’ascensore, i mobili della cucina. Nessuna delle due case “regalate” è però ufficialmente di Lula: la villa di campagna è di due amici del figlio (si sospetta possano essere dei prestanome), mentre dell’attico in costruzione sul litorale atlantico la famiglia Silva non ha mai firmato il rogito, desistendo non appena la storia è venuta alla luce. Informazioni, insistono i legali di Lula, già noti agli inquirenti.