Per i genitori è un lavativo, lo portano in tribunale per farlo lavorare

Accade in Cina dove una coppia di genitori ha fatto causa al figlio portandolo in tribunale affinché il giudice lo obblighi a trovarsi un lavoro. Un caso educativo che può definirsi fallimentare ma soprattutto allarmante e che svela non poche sfumature del retaggio culturale del Paese. Xu Quing, è il nome del ventinovenne in questione, da quando ha lasciato l’università si rifiuta di cercare un lavoro perché lo ritiene “una cosa noiosa”.

Il giovane ha inoltre portato a vivere in casa anche la sua fidanzata, pretendendo che i genitori la mantengano. Il padre e la madre, esasperati dalla situazione si sono rivolti al giudice il quale ha sostenuto la posizione della coppia, sottolineando che non sono tenuti a pagare alcuna spesa per il figlio. Il ragazzo però non sembra sia stato intimidito dall’aula di tribunale e dal rimprovero del magistrato, per questo motivo marito e moglie si sono nuovamente rivolti alla giustizia, questa volta per mandare via di casa il 29enne e la ragazza.

Il caso ha suscitato non poche polemiche da parte dei media locali che accusano la famiglia di cattiva educazione. Molti però hanno preso le difese dei genitori denunciando la situazione estrema di Xu Quing come conseguenza della politica del figlio unico in vigore dal 1979 al 2013. In Cina infatti il controllo delle nascite ha profondamente stravolto le basi della società. La famiglia numerosa, un tempo simbolo di risorsa è oggi completamente inesistente in quanto lo Stato ha imposto ad ogni coppia di avere non più d un figlio.

A livello psicologico oltre al dolore vissuto da molte donne costrette ad abortire, si è gradualmente insediato uno stile di pensiero distorto dalla paura dei genitori di perdere l’unico bambino che hanno il diritto di avere. Questo terrore inquina la stessa relazione parentale portando i figli ad essere viziati e trattati come dei re. Il risultato ottenuto dopo trent’anni di questa politica è quello di avere famiglie sempre più solitarie e ricche ma incapaci a relazionarsi in un ambiente comunitario.