La Meloni lancia un Piano nazionale per la famiglia

Il Congresso Mondiale delle Famiglie è finito oltre una settimana fa, ma gli echi dei dibattiti spesi dentro e fuori il Palazzo della Gran Guardia continuano a rimbalzare nell'opinione pubblica e tra i corridoi parlamentari. Dopo gli annunci di Luigi Di Maio di misure in favore delle famiglie, stavolta è la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, ad intervenire con una più corposa proposta politica finalizzata a rilanciare la natalità nel Belpaese.

La sfida al governo giallo-verde

Un obiettivo ambizioso, quello della Meloni, la quale è intervenuta alla kermesse scaligera raccogliendo fragorosi applausi. Ora, dalle parole vuole sfidare l'esecutivo giallo-verde ad appoggiare le proposte fattive di FdI. E così presenta una mozione alla Camera, che si è iniziato a discutere oggi, con dodici punti pro-famiglia. “La famiglia naturale al centro dello Stato sociale, il più imponente piano di incentivo alla natalità per uscire dall'inverno demografico, introduzione del reddito di infanzia (un assegno di 400 euro al mese per i primi 6 anni di vita per ogni figlio) e rivoluzione fiscale col quoziente famigliare”, così la presidente di FdI presenta in sintesi la mozione. “Lanciamo la nostra sfida alla maggioranza grillo-leghista: dopo i proclami, gli slogan e il dibattito degli ultimi giorni, vogliamo vedere se la Lega e il M5s stanno davvero con o contro la famiglia“, prosegue la Meloni.

Un Piano nazionale di politiche familiari

Nel testo della mozione, FdI evidenzia la sciagura del basso indice di natalità ricordando, come diffuso dall'Istat, che nel 2018 in Italia sono venuti alla luce appena 449mila bambini, ennesimo record negativo degli ultimi dieci anni. I parlamentari sottolineano dunque che “la nostra società sta invecchiando in maniera estremamente veloce, senza che vi sia un ricambio generazionale“, ciò provoca “ripercussioni sociali drammatiche nel prossimo futuro, e che richiedono lo sviluppo di strategie a lungo termine, quali politiche più mirate di sostegno alle famiglie”. Di qui la necessità – si legge ancora – si varare un Piano nazionale di politiche familiari “inteso come un quadro organico e di medio termine di politiche specificatamente rivolte alla famiglia, cioè aventi la famiglia come destinatario e come soggetto degli interventi”. Fratelli d'Italia ricorda inoltre che nel 2012 un Piano di questo tipo fu varato, ma non ebbe poi alcun seguito. Si tratta – come spiega in quest'intervista del 2016 il demografo Gian Carlo Blangiardo, oggi presidente dell'Istat – di un progetto elaborato dall'allora governo Berlusconi quando responsabile delle politiche familiari era Carlo Giovanardi. È un documento di 40 pagine con tutta una serie di misure a supporto e a valorizzazione della famiglia frutto del lavoro di tre anni, “concepito – spiegava il prof. Blangiardo – insieme a tutti i grandi organi democratici del Paese (sindacati, ministeri, organizzazioni non-profit, Regioni) e culminato con un grande conferenza sulla famiglia nel 2010”. Il Piano – prosegue Blangiardo – fu però accantonato dai governi successivi, a cominciare da quello Monti.

Le altre proposte

Oltre ai tre aspetti principali elencati dalla Meloni, la proposta di FdI prevede anche di sostenere una conciliazione tra maternità e lavoro promuovendo l’accesso al lavoro part-time e al telelavoro previsto dalla legge 81/2017 per le donne, nonché incentivi alle imprese che assumono neomamme e donne in età fertile e che prevedano al loro interno delle aree adibite ad asilo nido aziendali per le mamme lavoratrici. E ancora, in supporto delle mamme lavoratrici, si chiede di prevedere l'esenzione contributiva per tutte le assunzioni in sostituzione di maternità, “a fronte – scrivono i parlamentari di FdI – della riduzione del 50% che vige oggi solo per le imprese fino a venti dipendenti, così da poter consentire alle imprese una riduzione degli oneri a loro carico”. Si chiede poi che gli asili nido siano gratuiti ed aperti fino all'orario di chiusura di negozi e uffici e si chiede di imitare il modello tedesco delle Tagesmutter, ossia nidi condominiali, sui luoghi di lavoro e in case private. Svolta anche per le baby sitter, applicando la deducibilità del costo per le famiglie. Per quanto concerne il congedo parentale, si chiede di garantirne la copertura di 180 giorni, “fino all’80%, sia per i dipendenti pubblici che privati, e per un periodo che copra fino al sesto anno di vita, a fronte di quello attuale del 30%”. Infine, la proposta di FdI è di prevedere “il pieno riconoscimento dell’opera dei caregiver familiari“, ossia gli assistenti che gratuitamente si prendono cura di anziani o persone fragili all'interno delle famiglie. Il Piano è impegnativo, resta da comprendere dove andrebbero attinti i fondi per attuarlo.