Gli Europei slittano al 2021. Zazzaroni (Corriere dello Sport): “Chi pensa a scadenze non comprende la gravità del momento”

La decisione per concludere i campionati nazionali. A Interris.it la riflessione del direttore del Corriere dello Sport

Euro2020 - Foto © Fox Sports Italia

È stata una videocall a dire che ne sarà del calcio europeo nei prossimi mesi. E così la l’Uefa ha deciso di rinviare gli Europei di calcio al 2021 per consentire la conclusione dei vari campionati nazionali. La Uefa ha reso noto un gruppo di lavoro che esaminerà tutte le possibilità per l’edizione di questa stagione di Champions ed Europa League, attualmente sospese per l’emergenza coronavirus, classificata come “pandemia” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e che sta mettendo in ginocchio tutti i settori, da quello economico a quello sportivo, appunto. Salta così l’incastro perfetto fra Champions, Europa League e campionato e oggi l’Uefa, oltre ad aver preso consapevolezza, dovrà anche ridisegnare la stagione e trovare una sinergia saltata.

Salta l’Euro2020 invernale

Quella degli Europei al 2021 è stata la prima matassa che il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, ha iniziato a sbrigliare: pesa, infatti, il conflitto con la Fifa che, tra il 17 giugno e il 4 luglio, ha già in calendario la prima coppa del mondo per club. Non è stato accolto il consiglio di Gianni Infantino, presidente della Fifa, che proponeva lo spostamento delll’Euro2020 di qualche mese, a novembre-dicembre. La proposta non era stata bene accolta dai club, perché l’intera stagione sarebbe stata compromessa con uno slittamento invernale.

I contratti

Un altro problema da affrontare riguarda i contratti dei calciatori, alcuni dei quali in scadenza a giugno, come quelli di Bonaventura e Ibrahimovic. E c’è chi pensa a contratti temporanei per terminare la stagione. Come il Covid-19 sta cambiano il mondo dello sportInterris.it lo ha chiesto a Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport.
Direttore, tutto questo cambierà il mondo dello sport?
“Credo che l’atteggiamento allo sport non cambierà, ma dovremo fare i conti con la crisi economica superiore. Potremo fare i conti con lo sport dopo quest’epidemia. Siamo nella storia, non si tratta di cronaca”.
Cosa pensa delle scadenze? Oggi verrà presa una decisione importante…

“Dico sinceramente che, oggi come oggi, le scadenze non sono affatto importanti. Chi pensa ai Campionati e alle Olimpiadi non ha compreso la gravità della situazione. LA sospensione è di tutti, del mondo dello sport in generale”.

Com’è cambiato il suo rapporto con il giornale, invece?
“Beh, è cambiato radicalmente, a partire dal rapporto con i colleghi in redazione, ma non solo. Manca la cronaca sportiva, oggi va fatto qualcosa di diverso, bisogna arrangiarsi e badare ai tempi di lettura. Ci siamo inventati la rubrica Emozionando, perché abbiamo compreso, ora come non mai, che lo sport che produce emozioni non è secondario”.

A proposito di giornali invece, non crede che oggi ci sia bisogno di autorevolezza?
“Sì, credo sia essenziale. La gente ha avvertito l’esigenza di qualcosa di più autorevole, di un’informazione credibile in termini di cronaca e la trova sui giornali, dove c’è un costante lavoro di agenzie. Questa riflessione è – direi – fondamentale”.

Il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin