INCIVILTA’ ALL’OLIMPICO: SOSPESA LAZIO-NAPOLI PER CORI RAZZISTI

Un turno infrasetimanale di campionato ricco di emozioni, quello appena trascorso: vincono tutte le big: Napoli, Juve, Inter, Fiorentina, Milan e Roma; anche il Verona conquista la vittoria, la prima in questo campionato. Tuttavia, il calcio italia è rimasto, ancora una volta, ferito dall’inciviltà delle tifoserie: a distanza di un anno dai “buu” a Niang ed Edenilson in Lazio-Genoa del 10 febbraio scorso, i tifosi della Lazio hanno ceduto di nuovo nel razzismo. La vittima questa volta è il difensore del Napoli Kalidou Koulibaly, che a metà del secondo tempo perde la pazienza agli ennesimi cori, a dir poco cafoni ed incivili, rivolti nei suoi confronti per il colore della pelle, fa un gesto di disappunto verso la Curva Nord biancoceleste, richiamando l’attenzione dell’arbitro. Irrati non ci pensa due volte e richiama le due squadre a centrocampo: match sospeso per circa 4 minuti per consentire allo speaker di annunciare al pubblico il rischio di squalifica del campo e di sconfitta a tavolino in caso di nuovi episodi.

I cori cessano e la partita può riprendere senza interruzioni. La vittoria è degli ospiti: il Napoli batte la Lazio grazie a Higuain e Callejon.  “Dobbiamo fare i complimenti a Irrati”: è l’elogio di Maurizio Sarri a fine partita. “La situazione – dice il ct partenopeo ai microfoni di Mediaset – stava diventando imbarazzante. Eravamo tutti dispiaciuti per Koulibaly. Penso comunque che lui sia sereno, perché è molto intelligente ed equilibrato ed è aiutato anche dai compagni”. Pioli non la pensa proprio come il suo collega: “Anche se i cori erano ingiustificabili, fossi stato al posto dell’arbitro non avrei fermato la partita. Questi insulti non vanno fatti e non sono giustificabili ma anche noi abbiamo giocatori di colore e vengono rispettati. Facendo così si dà importanza a una minoranza, io avrei fatto proseguire il gioco”.

“Bravo Irrati, ha gestito bene Lazio-Napoli sul piano tecnico e ha fatto una scelta importante sul piano culturale, nel sospendere la partita per quello che stava accadendo sugli spalti”: è il commento a caldo del presidente dell’Aia, Marcello Nicchi. Ora la Lazio rischia una pesante squalifica, proprio a causa di quella recidiva di un anno fa. In base all’articolo 14 del Codice di Giustizia Sportiva della Figc, al comma 2 recita: “qualora la società sia stata già diffidata, ovvero in caso di fatti particolarmente gravi”, viene inflitta una sanzione aggiuntiva (articolo 18), dall’obbligo “di disputare una o più gare a porte chiuse” alla disputa “di una o più gare con uno o più settori privi di spettatori” fino alla “squalifica del campo per una o più giornate di gara o a tempo determinato, fino a due anni”. Inoltre, si specifica che “qualora la società sia stata sanzionata più volte, la squalifica del campo, congiunta all’ammenda, non può essere inferiore a due giornate”. La decisione spetta ora al giudice sportivo, che si regolerà in base ai referti dei delegati della procura federale presenti a bordo campo. Una cosa è certa: ancora una volta si è infangato il nome del calcio e dello sport.