LO SCHEMA PONZI SBARCA IN CINA: COLPITO 900MILA RISPARMIATORI

Torna alla ribalta il famigerato schema Ponzi, ma questa volta in versione cinese. Il sistema di truffe miliardario –  divenuto celebre per la colossale truffa messa in atto dall’imprenditore Madoff, ma che prende il nome da Charles Ponzi un immigrato italiano che divenne famigerato per aver applicato un sistema che prometteva forti guadagni alle vittime a patto che queste reclutassero nuovi “investitori” – è stato usato per colpire 900.000 investitori in Cina, per una cifra complessiva a 50 miliardi di yuan, pari a a circa 7,6 miliardi di dollari.

Nel mirino delle indagini c’è uno dei più importanti siti di prestiti peer-to-peer, Ezubao, che secondo quanto riportato dall’agenzia Xinhua ha truffato i risparmiatori con operazioni di varia natura utilizzando lo schema Ponzi. Ventuno persone sono state arrestate per quella che potrebbe essere la più grande frode finanziaria della storia cinese. Tra gli accusati anche il presidente del gruppo Yucheng, Ding Ning, che aveva lanciato la piattaforma di prestiti nel luglio del 2014.

Ezubao è diventato infatti uno dei maggiori siti online di prestiti peer-to peer, promettendo agli investitori ritorni stellari con tassi di crescita anche del 15% all’anno. Ma gli inquirenti hanno scoperto che circa il 95% degli investimenti offerti dalla Ezubao erano inesistenti e il denaro versato dagli investitori per “entrare nell’affare” aderendo a fantomatici progetti di investimento sarebbe stato invece utilizzato per ripagare debiti dei manager e “scialaquato” in spese personali, oltre che dirottato in pubblicità e investimenti fallimentari.

Le indagini erano cominciate già nel dicembre scorso, ma si erano rese subito più complesse del previsto per l’alto livello di sofisticatezza della frode, con oltre 200 server utilizzati e l’alto numero di persone collegate alla truffa. Per incastrare la banda dello schema Ponzi in versione cinese, la polizia ha dovuto scavare per 20 ore con due escavatrici per portare alla luce 80 borse di documenti che i manager avevano occultato sottoterra. Il business degli investimenti online ha attratto in Cina fiumi di denaro specie dalla classe media e negli ultimi tempi le autorità di controllo avevano messo a punto una bozza di pacchetto normativo proprio per governare le oltre 2.600 piattaforme online di prestiti peer-to-peer. Di queste, più di mille erano state definite “problematiche” dalla Commissione bancaria cinese che a dicembre scorso si era impegnata a “ripulire il mercato”.