Bangladesh, religioni insieme per difendere i diritti delle minoranze

“Protestiamo con forza contro ogni tipo di violenza politica. Vogliamo vivere in un Bangladesh pacifico. I nostri leader dovrebbero usare la politica per il benessere del popolo, non per procurare del male”. Lo afferma suor Swapna Benedicta Gomes, delle Sorelle catechiste del Cuore Immacolato di Maria Regina degli angeli, una congregazione diocesana di Dinajpur.

La manifestazione è stata organizzata dal Bangladesh Hindu Buddhist Christian Unity Council, ong per i diritti umani che raccoglie esponenti delle minoranze religiose del Paese. In Bangladesh il 90% della popolazione è islamica, il 9% indù e i restanti si dividono tra cristiani e buddisti. Gli indù sarebbero i più vulnerabili, l’ong sostiene che dall’inizio di gennaio a oggi, in tutto il Paese, almeno 6 membri della comunità sono stati uccisi; tre sono stati stuprati; sette templi, 54 case e 84 idoli sono stati profanati, mentre le vittime totali delle violenze politiche sono state circa 90.

“Non vogliamo più assistere a scene di anarchia, atrocità, violenze e uccisioni. Chiediamo ai nostri leader politici di arrivare a una soluzione pacifica. Vogliamo vivere in un Paese in cui i fedeli di tutte le religioni possano coesistere in armonia e fratellanza” queste la parole di un membro dell’ong secondo cui elementi fondamentalisti islamici perpetrano attacchi mirati contro le comunità di minoranza per spingerle ad abbandonare il Paese.