La Chiesa spagnola sceglie la tolleranza zero

In vista della convocazione a Roma per febbraio prossimo con i vescovi di tutto il mondo per affrontare il nodo spinoso dello scandalo abusi, la Conferenza Episcopale spagnola ha sposato in pieno la linea della tolleranza zero ed ha deciso di istituire una Commissione apposita.

La Commissione

Questo organismo inizierà i suoi lavori questa settimana e sarà composto da religiosi e giuristi. La Conferenza Episcopale iberica ha deciso, inoltre, di rinnovare i protocolli di azione previsti in queste situazioni. L'ultimo aggiornamento risaliva al 2010. Questi protocolli danno le direttive su come agire di fronte a casi di violenza o maltrattamento su minori da parte di sacerdoti. La Commissione sarà presieduta dal vescovo di Astorga, monsignor Juan Antonio Menéndez Fernández , canonista laureato presso la Pontificia Università di Salamanca nel 1980. L'organismo da lui presieduto sarà chiamata ad elaborare le nuove regole che la Conferenza Episcopale adotterà per la prevenzione degli abusi sessuali su minori adattandole al testo modello presentato dalla Pontificia commissione per la tutela dei minori guidata dal cardinale O'Malley.

L'appuntamento in Vaticano

La Commissione dovrà anche preparare il materiale che poi il cardinal Ricardo Blázquez Pérez,  arcivescovo di Valladolid, in quanto presidente della Conferenza Episcopale iberica dovrà portare in Vaticano dal 21 al 24 febbraio 2019 per la riunione voluta da Papa Francesco con gli altri vescovi del mondo sul tema abusi. La Commissione lavorerà sul punto di vista esclusivamente legale e sarà composta da una dozzina di giuristi esperti sia in diritto civile che in quello canonico. Questi specialisti, aggiornando i protocolli, dovranno proporre ai vescovi di tutto il Paese un piano di azione comune.

La nota ufficiale

Nel comunicato ufficiale che istituisce la Commissione, la Conferenza Episcopale spagnola ha scritto: ” “La Chiesa si è impegnata a prendersi cura e ad educare con rispetto del ministero, a proteggere tutti i bambini e gli adulti vulnerabili, a creare comunità sicure e di supporto che forniscono un ambiente di amore in cui c'è un occhio attento ai pericoli di abuso”.