Il no di Family Day e Mcl al referendum: “La riforma mette all’angolo la famiglia”

Non c’è soltanto l’opposizione al governo Renzi nel bagaglio di chi sostiene il no al prossimo referendum costituzionale del 4 dicembre. Ci sono anche motivazioni ben più profonde e ragionate. Se ne è discusso oggi presso il “Church Village Hotel” (ex Domus Pacis) durante il convegno promosso dal Comitato del Family Day e dal Movimento Cristiano Lavoratori (MCL) che hanno illustrato le ragioni della loro contrarietà alla riforma. Centinaia i partecipanti giunti da tutta Italia alla manifestazione che ha visto i leader dei due grandi movimenti del laicato cattolico fermi nell’esprimere un no ragionato “per fermare l’attacco ai principi della sussidiarietà e della rappresentanza democratica”.
Una presenza variegata ma unita dall’opposizione a una riforma confusa e contraddittoria. “Mettiamoci insieme: ci saranno sicuramente delle visioni diversificate ma l’obiettivo comune è quello di salvaguardare la famiglia e fermare ogni deriva che sa, anche solo lontanamente, di imposizione autoritaria e centralista” ha detto Massimo Gandolfini, leader del Family Day, spiegando che la “disintermediazione” tanto propugnata da Renzi e messa nero su bianco nella riforma costituzionale “mette in un angolo la famiglia e le rappresentanze delle categorie dei lavoratori; una deriva che annulla i corpi intermedi e allontana la partecipazione del popolo alle decisioni che lo riguardano”.
Sulla stessa linea il presidente del Mcl, Carlo Costalli: “Vogliamo essere inclusivi al massimo e aperti a quelle forze che hanno a cuore le garanzie costituzionali della sussidiarietà e dell’integrità della persona. In questi mesi – ha aggiunto – abbiamo assistito ad una pervicace propaganda che ha voluto far passare quanti si oppongono a questa riforma (non ad ogni riforma: ma a questa!) come conservatori, nemici dello sviluppo del Paese. Ed è ben strano che questa accusa venga rivolta a chi, come noi, lo sviluppo dell’Italia lo edifica ogni giorno: facendo famiglia e vivendo con consapevolezza la frontiera del lavoro”. In nome del decisionismo e della semplificazione della politica, è la sintesi delle posizioni del Family Day e del Mcl, si vuole costruire una vera dittatura della maggioranza che sarà implementata grazie ad una legge elettorale iniqua, come l’Italicum.