ANCORA MORTI NEL CANALE DI SICILIA: RECUPERATI 17 CADAVERI NELLA STIVA DI UN BARCONE

Nuova tragedia nel Canale di Sicilia, dopo quella che è stata definita dai media “la strage delle donne”. A circa 20 miglia dalle coste libiche sono stati recuperati 17 cadaveri che si trovavano su un barcone di legno carico di migranti. Le vittime – tutte di sesso maschile, tra loro un minore – si aggiungono, dunque, ai 22 morti recuperati ieri sera, sempre nel canale di Sicilia, a poche miglia di distanza, dall’equipaggio della nave Aquarius di Sos Mediterranee.

La macabra scoperta è stata fatta dall’equipaggio della nave militare irlandese James Joyce: dopo aver tratto in salvo i 452 profughi che si trovavano sulla carretta del mare, su indicazione degli stessi migranti, i militari hanno ispezionato il natante e hanno trovato le 17 vittime stipate nella stiva dell’imbarcazione. La causa del decesso – secondo le prime informazioni – potrebbe essere stata un’asfissia provocata dai gas di scarico del motore del barcone.

Nell’ultimo giorno sono stati complessivamente 1128 i migranti tratti in salvo nello Stretto di Sicilia nel corso di 8 distinte operazioni di soccorso, tutte coordinate dalla Guardia Costiera. I migranti, oltre che sul barcone con i cadaveri, si trovavano a bordo di cinque gommoni e due piccole imbarcazioni. Sono intervenute nelle operazioni Nave Grecale della Marina Militare, inserita nell’operazione “Mare Sicuro”, la nave Enterprise di Eunavformed, la nave militare irlandese James Joyce e la nave Sea Watch 2 dell’omonima Organizzazione non governativa.

E intanto è arrivata a Pozzallo la nave di Medici senza Frontiere “Bourbon Argos” con a bordo 628 migranti soccorsi ieri nel Canale di Sicilia su alcuni gommoni in difficoltà. Pronta la macchina organizzativa dell’accoglienza e gli agenti del gruppo interforze per procedere all’identificazione e al trasferimento in altre strutture di almeno 300 migranti e individuare i presunti scafisti.

Sulla scoperta delle 21 donne e un uomo morte a bordo del gommone, il capo missione di Msf per le operazioni di ricerca e soccorso, Jens Pagotto, ha raccontato che “quando la nostra équipe si è avvicinata al primo gommone, ha visto dei cadaveri che giacevano sul fondo dell’imbarcazione in una pozza di carburante. I sopravvissuti hanno passato diverse ore a bordo con i cadaveri. Molti sono troppo traumatizzati per riuscire a raccontare quanto accaduto. Non è ancora chiaro come queste donne siano decedute”.