Oim: oltre 4900 migranti morti in mare nel 2016, uno ogni 73 arrivi

Il bilancio dei migranti o rifugiati morti o dispersi nel Mediterraneo dall’inizio del 2016 mentre tentavano di giungere in Europa è salito a 4.901, secondo gli ultimi dati resi noti ieri a Ginevra dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).

A pochi giorni dalla fine del 2016, il dato di 4.901 decessi è purtroppo nettamente superiore ai 3.777 decessi segnalati per tutto l’anno scorso. Il tasso di mortalità nel 2016 è inoltre di gran lunga superiore a quello del 2015. Quest’anno è morto un migrante per ogni 73 migranti giunti via mare, mentre 2015 la cifra era di un decesso per 267 arrivi.

Un dato allarmante ricordato anche dal Direttore Generale dell’Oim, William Lacy Swing, nella sua lettera redatta in occasione della Giornata Mondiale del Migrante, lo scorso 18 dicembre, nella quale avverte: “Prepariamoci per gestire le migrazioni nel migliore dei modi”: “Ogni settimana ricevo sulla mia scrivania un tragico rapporto – scrive -. È il rapporto che mi aggiorna sul numero dei migranti morti nel mondo. Morti a causa dei naufragi in mare – costretti dai trafficanti a viaggiare su barconi stracolmi –, morti durante la traversata del deserto, o ancora peggio, assassinati – come succede in Libia – dopo essere stati presi in ostaggio da rapitori che decidono di ucciderli e seppellirli in fosse comuni dopo aver preso tutto quello che possedevano da loro e dalle loro famiglie”.

“Il rapporto che ricevo due volte alla settimana – spiega – è redatto dal Missing Migrants Project dell’Oim, un programma che tenta di identificare i migranti deceduti o i dispersi, grazie al supporto del nostro staff sul campo, presente nei 165 stati dove operiamo. Nel 2016, per la terza volta consecutiva, i migranti dispersi sono risultati essere oltre 5000″.

“Dobbiamo riconoscere la migrazione come un tendenza inevitabile dei nostri tempi, un fenomeno su larga scala ed estremamente complesso, ormai al centro dell’attenzione pubblica e in cima all’agenda politica di ogni governo. Le immagini di migranti che arrivano in massa, o dei salvataggi in mare che polarizzano drasticamente il nostro contesto politico, non rappresentano che una parte del fenomeno. L’aumento del numero di morti nel Sahara, nel Mediterraneo, nei Caraibi o in America Latina non è altro che un monito di quello che succederà: le pressioni di tipo demografico, politico e sociale – che spesso provocano conflitti – spingeranno un numero sempre crescente di individui a migrare“, assicura il Direttore Oim.

“Ci troviamo di fronte a una vera e propria rivoluzione demografica e sta a noi gestirla per il beneficio di tutti … Con il Giusto sostegno, i migranti riusciranno a contribuire a qualsiasi tipo di società in cui si troveranno, sia economicamente sia culturalmente. Per far questo è importante stringere accordi tra i migranti, le comunità dei paesi di accoglienza e i governi”, conclude il messaggio.

Fondata nel 1951 a Ginevra, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim/Iom) è la principale Organizzazione Intergovernativa in ambito migratorio e conta 165 Stati Membri. Dal settembre 2016 è diventata Agenzia Collegata alle Nazioni Unite. Roma è la sede dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo.