L’OFFENSIVA TURCA CONTRO I CURDI E’ GIA’ UN BAGNO DI SANGUE

Le operazioni militari lanciate dalla Turchia contro le milizie curde nel sud del Paese, che ha concluso una precaria tregua durata tre anni, ha già causato secondo il “New York Times” numerose vittime civili. “Dozzine di distretti urbani” al confine con la Siria sono stati trasformati in “sanguinosi campi di battaglia”, e gli sfollati, secondo il quotidiano, si contano gia’ a centinaia di migliaia.

Soltanto la scorsa settimana i carri armati e l’artiglieria turche hanno cannoneggiato obiettivi in diverse città nel sud del paese, uccidendo almeno 200 militanti e 150 civili, stando ai gruppi umanitari e ai funzionari locali. La descrizione della devastazione arrecata dalle forze armate turche a queste aree densamente popolate giunge per via indiretta, dal momento che il governo di Ankara ha proibito ai giornalisti l’accesso alle aree teatro dell’offensiva. Le testimonianze giunte al “New York Times” parlano di un livello di distruzione e violenza indiscriminata non dissimile da quello della vicina Siria, ma quasi completamente ignorato dalla comunità e dai media internazionali.

Diverse città della Turchia meridionale dove vivono consistenti minoranze curde son ostate poste sotto assedio dalle forze armate del paese, e i civili vi si trovano intrappolati senza cibo né energia elettrica, mentre gli scontri tra forze di sicurezza turche e milizie curde continuano a intensificarsi. La Tuchia sta combattendo una campagna “anti-insurrezione” contro i curdi dal mese di luglio, quando ha accusato questi ultimi d’aver violato il cassate il fuoco in vigore tra le due parti con una serie di attentati contro le forze a presidio del confine con la Siria.

L’ondata di attentati che hanno colpito la Turchia negli ultimi mesi, e che hanno spesso bersagliato sostenitori e manifestazioni dell’opposizione democratica al governo islamista, hanno diffuso la paura tra la popolazione e sono valsi al partito del presidente Recep Tayyip Erdogan una schiacciante vittoria alle ultime elezioni, dopo la sconfitta alle precedenti elezioni parlamentari. Il presidente Erdogan ha interpretato la vittoria come un mandato elettorale per l’imposizione della stabilita’ nel paese: ha promesso di sradicare il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), che da trent’anni conduce un’insurrezione tesa a conquistare per i curdi l’indipendenza politica dalla Turchia.