LONDRA: UNA CANDID CAMERA DI SAVE THE CHILDREN SIMULA LA VITA IN SIRIA, ECCO LE REAZIONI

Scuole chiuse, scaffali dei negozi vuoti, un’ambulanza bloccata ad un check point: è questa l’immagine di un sobborgo di Londra. In realtà è il set di una candid camera di Save the Children, che vuole svelare ai cittadini della City le terribili violazioni dei diritti umani, inimmaginabili nel Regno Unito ma attuali in Siria. L’associazione vuole dunque sensibilizzare l’Europa sulle motivazioni che spingono i siriani a cercare pace e futuro per i loro figli fuggendo dalle terribili privazioni della guerra. La candid camera è girata nella contea del Surrey, e documenta la reazione della gente comune a una serie di emergenze e violazioni dei diritti umani nel loro stesso territorio. Alcuni mettono addirittura a rischio la propria incolumità, quando si accorgono che i servizi di base sono momentaneamente sospesi, e percepiscono di non avere più accesso a cibo, scuola e servizi sanitari.

“Sono 4 mila al giorno i rifugiati siriani che dall’inizio dell’anno sono scappati dal loro paese per sottrarsi al conflitto, di cui la metà sono bambini. L’esodo dalla Siria quest’estate ha scatenato una crisi globale dei rifugiati, con la Grecia che sta vivendo un afflusso di profughi cresciuto del 750% rispetto allo scorso anno, due terzi dei quali provenienti dalla Siria”, sottoliena l’organizzazione. In Siria, oltre 11 milioni di persone sono dovute fuggire dalle proprie case e 420 mila vivono sotto assedio all’interno del paese. Alcune comunità sono prive di beni essenziali e le famiglie non hanno cibo per sopravvivere. Quelli che provano a cercare aiuti nelle città sotto assedio rischiano la vita.  Quando questi scenari sono stati vissuti dai cittadini del Surrey, è sembrato inaccettabile.

“Una piccola parte dei rifugiati siriani ce la fa ad arrivare in Europa. I più poveri, i malati e gli anziani restano sotto assedio, intrappolati senza cibo e medicine” – commenta Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia – Nonostante la generosità della comunità internazionale, le risorse per assistere milioni di rifugiati si stanno prosciugando, e le famiglie sono costrette ad affrontare una scelta estrema: tornare nelle zone di conflitto o rischiare di annegare nel tentativo di raggiungere l’Europa. Se il cittadino medio europeo non sopporta per un solo giorno di essere privato di cibo, servizi sanitari e scuola, perché dovrebbero farlo le famiglie siriane sotto le bombe da 3 anni?”

“Chiediamo che gli aiuti possano raggiungere subito i 12 milioni di siriani disperati, inclusi circa 6 milioni di bambini: l’Onu deve utilizzare tutto il suo peso per negoziare la possibilità di accesso degli aiuti. Gli assedi devono avere fine insieme ai blocchi per gli aiuti umanitari, le frontiere con i paesi confinati devono rimanere aperte e i paesi ricchi, in primis quelli europei, devono accogliere una quota maggiore di rifugiati in disperato bisogno di salvezza e futuro”.