Mattarella: “Il trascorrere del tempo non attenua il peso delle responsabilità”

Il crollo del ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018, ha provocato 43 vittime e 566 sfollati

Il presidente Sergio Mattarella. Immagine di repertorio. Foto: ©Quirinale

Il 14 agosto 2018 crollava l’intero sistema bilanciato della pila nove del viadotto del Polcevera, più noto come ponte Morandi, provocando 43 morti e 566 sfollati.  Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha inviato un messaggio per commemorare quella che ha definito una “catastrofe inaccettabile”. Hanno partecipato alla cerimonia in ricordo delle vittime il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, il sindaco di Genova, Marco Bucci, il governatore della Liguria, Giovanni Toti e la presidente del comitato parenti delle vittime, Egle Possetti.

L’omaggio alle vittime

Genova rende omaggio alle 43 vittime del crollo del ponte Morandi nel quinto anniversario della tragedia. Il Presidente Mattarella richiama alle responsabilità per quanto accaduto e alla “responsabilità di fare giustizia”, mentre il ministro Salvini sottolinea che “piangiamo le vittime non della sfortuna ma dell’avidità”. Meloni: “Dalla tragedia è nato un ‘modello, emerga la verità”.

Le parole di Sergio Mattarella

“Il crollo del Ponte Morandi a Genova ha rappresentato un drammatico appello alle responsabilità di quanti sono incaricati di attendere ad un pubblico servizio, sia di coloro che provvedono, sul terreno, alla erogazione agli utenti, sia di chi deve provvedere alla verifica delle indispensabili condizioni di sicurezza”, sottolinea il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Nel quinto anniversario del crollo, con il suo tragico bilancio di vite umane annientate, con la profonda ferita inferta alla Città di Genova e alle coscienze di tutti gli italiani, la Repubblica rinnova e rafforza i sentimenti di vicinanza e solidarietà ai familiari delle vittime e a quanti hanno visto sconvolgere la propria esistenza da una catastrofe tanto grave quanto inaccettabile. Una vicenda che interpella la coscienza di tutto il Paese, nel rapporto con l’imponente patrimonio di infrastrutture realizzato nel dopoguerra e che ha accompagnato la modernizzazione dell’Italia. Un patrimonio la cui manutenzione e miglioramento sono responsabilità indeclinabili. La garanzia di mobilità in sicurezza è un ineludibile diritto dei cittadini”. “Il trascorrere del tempo non attenua il peso delle responsabilità per quanto accaduto. Ed è responsabilità fare giustizia, completando l’iter processuale, con l’accertamento definitivo delle circostanze, delle colpe, delle disfunzioni, delle omissioni”, sottolinea Mattarella. “Con il sostegno del Paese intero, Genova ha saputo mettere in campo una grande reazione civile, che è divenuta forza ricostruttiva. Il nuovo Ponte San Giorgio ha saputo essere un simbolo di ripartenza e di efficace collaborazione tra istituzioni ed espressioni della società. Un risultato importante che dimostra ancora una volta come l’Italia sappia affrontare le sfide più difficili dando il meglio di sé nell’unità”, conclude.

Le parole di Giorgia Meloni

“Nel quinto anniversario del crollo del Ponte Morandi si rinnova il dolore per le quarantatré vite spezzate in una tragedia che ha colpito al cuore Genova, la Liguria e l’Italia intera. Le quarantatré vittime, la sofferenza dei loro cari e i disagi degli sfollati rimarranno per sempre impressi nella nostra memoria. Così come non dimenticheremo mai l’eroismo dei soccorritori e l’impegno senza sosta dei tantissimi che, in quelle ore e in quei giorni drammatici, diedero testimonianza di quanto gli italiani sappiano donarsi al prossimo”. Lo afferma la premier Giorgia Meloni in una nota. “L’orgogliosa reazione dei genovesi, vettore decisivo della ricostruzione e della rinascita della città, è un esempio altrettanto potente della capacità del nostro popolo di non lasciarsi mai abbattere dalle difficoltà, anche le più estreme, e di sapersi rialzare. Da questa forza, dalla collaborazione tra le Istituzioni e dalle migliori energie del sistema imprenditoriale italiano è nato quel ‘modello Genova’ che ha permesso, in tempi record, di ricucire lo strappo inferto dal crollo del Morandi con la costruzione del nuovo Ponte Genova San Giorgio. Ma – prosegue – sono tante le domande poste da quella tragedia che sono ancora rimaste senza risposta. La rabbia, il dolore, la sete di giustizia dei familiari delle vittime sono sentimenti sacrosanti e che meritano tutto il nostro rispetto. A chi il 14 agosto 2018 ha perso un figlio, un genitore, un caro – tutto -, rinnoviamo oggi le doverose scuse dello Stato per ciò che è successo, pur consapevoli che nessuna parola sarà mai sufficiente a lenire la sofferenza e placare il desiderio di giustizia”. “Il processo sul crollo del Morandi è ancora in corso. La giustizia sta lavorando e noi, come tutti gli italiani, confidiamo nel lavoro dei magistrati. Il nostro augurio è che la verità possa emergere con tutta la sua chiarezza e che i responsabili di quel disastro siano acclarati e accertati. Perché sarebbe davvero imperdonabile che questa tragedia nazionale possa rimanere impunita”, conclude.

Le parole di Matteo Salvini

“Noi piangiamo 43 vittime non della sfortuna, non del caso o del cambiamento climatico, ma della avidità dell’uomo e spero che qualcuno paghi il conto”. Così il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini nel suo discorso per la cerimonia di commemorazione del crollo del ponte Morandi. “Questo ponte è rinascita, ha dimostrato unità ed efficienza. Conto di tornare l’anno prossimo con un disegno legge che equipari i cittadini vittime dell’incuria alle vittime del terrorismo. Ci sono stati miliardi di profitto, da investire in manutenzione ma non è stato fatto. Non anticipo sentenze, ma voglio tornare l’anno prossimo – ha concluso Salvini – con disegno legge che equipara queste vittime a quelle del terrorismo”

Le parole di Ignazio La Russa

“È con spirito di forte partecipazione che invio il mio saluto in occasione del quinto anniversario del crollo del ponte Morandi; un evento tragico e doloroso, che ha colpito al cuore Genova e tutta l’Italia. Questa cerimonia è un solenne momento di cordoglio e condivisione, in cui il primo pensiero deve andare al commosso ricordo delle 43 persone che in quella terribile mattina del 14 agosto 2018 hanno perso la vita, alle loro famiglie ed a tutti coloro che sono stati coinvolti in questa tragedia”. Lo scrive in una nota il presidente del Senato Ignazio La Russa. “Le ferite di quel disastro sono ancora aperte, così come vivide sono nella nostra memoria le immagini di Genova spezzata in due e quel senso di sgomento, incredulità e precarietà che tutti abbiamo provato in quel momento – aggiunge -. Ma il pensiero oggi deve andare anche all’orgoglio di una comunità che, di fronte a tanto dolore, si è riunita per affrontare la sfida di ricostruire non solo un ponte, ma anche un senso di speranza e di fiducia nel futuro. La ricostruzione del ponte Morandi è stata un’impresa monumentale, e questo grazie all’instancabile determinazione di tutti coloro che hanno dedicato le loro energie e le loro competenze per restituire a Genova – all’Italia – un prezioso simbolo di connessione e progresso. La velocità con cui si è arrivati alla ricostruzione del Ponte Morandi – anzi del nuovo Ponte San Giorgio – è stata frutto di una sinergia senza precedenti tra pubblico e privato, tra istituzioni e cittadini, e rappresenta un modello di efficienza, rapidità e innovazione a cui tutti abbiamo il dovere di guardare. Ma questa cerimonia – prosegue il presidente del Senato – deve essere anche un’occasione per riflettere sulla lezione appresa dalla tragedia del ponte Morandi. Ricordare il dolore di Genova, insieme al dolore di tutti i luoghi del nostro Paese colpiti da disastri ambientali o infrastrutturali, deve essere motivo per non sottovalutare i segnali di allarme che provengono dai cambiamenti climatici in atto, dalle sempre più frequenti calamità idrogeologiche e dai tanti altri pericoli innescati dall’incuria o da uno sfruttamento irresponsabile dell’ambiente e delle sue risorse. Dobbiamo inoltre continuare a investire nella manutenzione, nel rinnovamento e nella sicurezza delle nostre infrastrutture; a essere vigili e ad agire tempestivamente. Perché nell’Italia che abbiamo il dovere di lasciare alle future generazioni non devono più esserci tragedie come quella del Ponte Morandi, ponti che crollano o morti per frane, alluvioni o inondazioni. Questa è la vera sfida che ci attende – sottolinea -. Ricordiamo quindi il passato, impariamo dal presente e soprattutto guardiamo al futuro con quello stesso sentimento di fiducia e di speranza con cui guardiamo al nuovo Ponte San Giorgio. Perché il ricordo di quella dolorosa mattina del 14 agosto di cinque anni fa resterà per sempre nei nostri cuori, ma la nostra determinazione a ricostruire e a crescere deve essere ancora più forte”, conclude La Russa.

Fonte: Ansa