L’ECONOMIA RALLENTA: CONFINDUSTRIA TAGLIA LE STIME DEL PIL

Confindustria ha abbassato le stime del Pil per il 2015 e il 2016. Il Centro studi degli industriali evidenzia comunque la ripartenza dell’occupazione con 650.000 posti in più in tre anni. L’evasione fiscale invece blocca lo sviluppo e ammonta al 7,5% del Pil. “L’economia italiana, anziché accelerare sta rallentando – spiega il comunicato – il mancato decollo della ripartenza resta un vero rebus”. L’Italia “continua in una fase di stentata crescita, migliora la percezione e l’ottimismo di consumatori e imprese ma lo scatto netto, bruciante, che lascia sul posto il passato e la crisi per agganciare una crescita stabile quello ancora non c’è”, dice il presidente, Giorgio Squinzi. Il prodotto lordo italiano crescerà dello 0,8% quest’anno e dell’1,4% nel 2016. “E’ già accaduto che le statistiche dell’economia italiana fossero riviste, anche sensibilmente, verso l’alto – premette Confindustria – per adesso però, ogni ragionamento deve partire dalla realtà che attualmente dipingono. Una realtà che obbliga a ribassare le previsioni per il Pil italiano, perché ha conseguenze non solo sulla media di quest’anno ma anche sullo slancio ereditato dal passato”.

Nel 2017 invece il Pil crescerà dell’1,3%: “Nell’orizzonte di previsione ci sono anche rischi al ribasso” legati “all’eventuale escalation militare in Siria e dalla paura generata in Europa dagli attacchi terroristici che possono alimentare l’incertezza e modificare i piani di spesa di imprese e di famiglie”. E’ ripartita invece la domanda di lavoro: nel triennio fino al 2017 saranno creati 650.000 posti che portano a 815 mila il totale da quando sono ricominciati ad aumentare”, ovvero dal 2014. Aumentano le persone occupate, anche grazie agli sgravi contributivi per chi assume e alle norme del Jobs Act.

“Le persone occupate in Italia – sostiene Confindustria – dopo essere diminuite di 963 mila unità dal secondo quarto del 2008 all’ultimo del 2013, hanno registrato un recupero nel 2014 (+160 mila tra quarto trimestre 2013 e quarto 2014) che, nonostante la frenata di settembre si e’ consolidato nel 2015: +160mila tra fine 2014 e terzo trimestre del 2015″. Un vero e proprio freno allo sviluppo e’ rappresentato invece dall’evasione fiscale e contributiva: ammonta a 122,2 miliardi di euro nel 2015, pari al 7,5% del Pil, solo la Grecia fa peggio di noi. Al fisco vengono sottratti ogni anno 40 miliardi di Iva, 23,4 di Irpef, 5,2 di Ires, 3 di Irap, 16,3 di altre imposte indirette e 34,4% di contributi previdenziali. Confindustria calcola in un 3,1% di maggiore Pil e in oltre 335mila occupati aggiuntivi il bilancio del dimezzamento dell’evasione”. Infine gli industriali evidenziano che il fisco divora la metà del reddito di una famiglia italiana composta da una coppia di lavoratori dipendenti con un figlio in eta’ scolare.