Al Giubileo per la Terra il Papa denuncia “un degrado degli ecosistemi senza precedenti”

Messaggio di Francesco in occasione dell’odierna Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del creato. Sos al Giubileo della Terra per la "tratta delle persone e il lavoro minorile, moderne forme di schiavitù"

“Il Giubileo è un tempo per dare libertà agli oppressi. E a tutti coloro che sono incatenati nei ceppi delle varie forme di schiavitù moderna. Tra cui la tratta delle persone e
il lavoro minorile”, sostiene il Pontefice. Francesco ha fatto dell’ecologia umana un tema portante del suo pontificato. L’enciclica “green” Laudato sì, decine di Angelus e molte udienze generali hanno affrontato l’emergenza dei cambiamenti climatici dal punto di vista del “vescovo di strada” divenuto successore di Pietro. In occasione dell’odierna Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, il Pontefice ha indirizzato a “tutti gli uomini di buona volontà” un messaggio ricco di riferimenti alla mobilitazione planetaria per la salvaguardia dell’ambiente. Dall’appello delle Nazioni Unite all’impegno ecologico delle nuove generazioni.

Foto © Vatican Media

Giubileo a difesa della Terra

“Ogni anno, particolarmente dalla pubblicazione della Lettera enciclica Laudato si’, il primo giorno di settembre segna per la famiglia cristiana la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato- evidenzia Jorge Mario Bergoglio-. Con essa inizia il Tempo del Creato, che si conclude il 4 ottobre, nel ricordo di san Francesco di Assisi. In questo periodo, i cristiani rinnovano in tutto il mondo la fede nel Dio creatore. E si uniscono in modo speciale nella preghiera e nell’azione per la salvaguardia della casa comune“.
Aggiunge il Papa: “Sono lieto che il tema scelto dalla famiglia ecumenica per la celebrazione del Tempo del Creato 2020 sia ‘Giubileo per la Terra”. Proprio nell’anno in cui ricorre il 50° anniversario del Giorno della Terra- sottolinea il Papa-. Nella Sacra Scrittura, il Giubileo è un tempo sacro per ricordare, ritornare, riposare, riparare
e rallegrarsi. Siamo invitati a ricordare soprattutto che il destino ultimo del creato è entrare nel ‘sabato eterno‘ di Dio. È un viaggio che ha luogo nel tempo. Abbracciando il ritmo dei sette giorni della settimana. Il ciclo dei sette anni e il grande Anno giubilare che giunge alla conclusione di sette anni sabbatici“.

Tempo di grazia

Sostiene Jorge Mario Bergoglio: “Il Giubileo è anche un tempo di grazia per fare memoria della vocazione originaria della creato ad essere e prosperare come comunità d’amore. Esistiamo solo attraverso le relazioni. Con Dio creatore. Con i fratelli e le sorelle in quanto membri di una famiglia comune. E con tutte le creature che abitano la nostra stessa casa. Tutto è in relazione. E tutti noi esseri umani siamo uniti come fratelli e sorelle in un meraviglioso pellegrinaggio. Legati dall’amore che Dio ha per ciascuna delle sue creature. E che ci unisce anche tra noi, con tenero affetto, al fratello sole, alla sorella luna, al fratello fiume e alla madre terra. Il Giubileo è un tempo per il ricordo. Dove custodire la memoria del nostro esistere inter-relazionale. Abbiamo costantemente bisogno di ricordare che tutto è in relazione. E che la cura autentica della nostra stessa vita e delle nostre relazioni con la natura è inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla fedeltà nei confronti degli altri“.

Tornare indietro e ravvedersi

“Il Giubileo è un tempo per tornare indietro e ravvedersi– afferma il Pontefice-. Abbiamo spezzato i legami che ci univano al Creatore, agli altri esseri umani e al resto del creato. Abbiamo bisogno di risanare queste relazioni danneggiate, che sono essenziali per sostenere noi stessi e l’intero tessuto della vita. Il Giubileo è un tempo di ritorno a Dio, nostro amorevole creatore. Non si può vivere in armonia con il creato senza essere in pace col Creatore, fonte e origine di tutte le cose.  Il Giubileo ci invita a pensare nuovamente agli altri, specialmente ai poveri e ai più vulnerabili. Siamo chiamati ad accogliere nuovamente il progetto originario e amorevole di Dio sul creato come un’eredità comune. Un banchetto da condividere con tutti i fratelli e le sorelle in spirito
di convivialità. Non in una competizione scomposta, ma in una comunione gioiosa, dove ci si sostiene e ci si tutela a vicenda”. 

Come Adamo

Evidenzia il Papa: “Abbiamo bisogno di ritornare ad ascoltare la terra, indicata nella Scrittura come adamah, luogo dal quale l’uomo, Adamo, è stato tratto. Oggi la voce del creato ci esorta, allarmata, a ritornare al giusto posto nell’ordine naturale. A ricordare che siamo parte, non padroni, della rete interconnessa della vita. La disintegrazione della biodiversità, il vertiginoso aumento dei disastri climatici, il diseguale impatto della pandemia in atto sui più poveri e fragili sono campanelli d’allarme di fronte all’avidità sfrenata dei consumi. Particolarmente durante questo Tempo del Creato, ascoltiamo il battito della creazione. Essa, infatti, è stata data alla luce per manifestare e comunicare la gloria di Dio, per aiutarci a trovare nella sua bellezza il Signore di tutte le cose e ritornare a Lui. La terra dalla quale siamo stati tratti è luogo di preghiera e di meditazione. Risvegliamo il senso estetico e contemplativo che Dio ha posto in noi. La capacità di meravigliarci e di contemplare è qualcosa che possiamo imparare specialmente dai fratelli e dalle sorelle indigeni, che vivono in armonia con la terra e con le sue molteplici forme di vita. Assistiamo al graduale emergere di una grande mobilitazione di persone, che dal basso e dalle periferie si stanno generosamente adoperando per la protezione della terra e dei poveri. Dà gioia vedere tanti giovani e comunità, in particolare indigene, in prima linea nel rispondere alla crisi ecologica“.