Natale 2018, “come difendersi dai regali truffa”

Non più frenetiche passeggiate in centro, auto parcheggiate in doppia fila e lunghe code in libreria. All'usanza dei doni di Natale, nel terzo millennio, si assolve con pochi clic. Giusto il tempo di scegliere il regalo, selezionare il metodo di pagamento e inviare l'ordine. L'ecommerce prende il sopravvento sulla tradizione, con tutto ciò che ne consegue. Meno stress, più efficacia. Ma anche maggiori rischi, compreso quello di essere truffati. Perché, a volte, lo sconto proposto sul prodotto desiderato è talmente ghiotto da farci smarrire i freni inibitori. Compriamo d'impulso, alla “come và và”. E restiamo fregati. Ne abbiamo parlato con Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori (Unc). 

In prossimità delle festività natalizie, con la corsa all'occasione per i regali, si registra un'impennata del fenomeno delle truffe online… 
“A dicembre cresce l'allarme per gli acquisti online e, conseguentemente, aumentano le segnalazioni riguardanti truffe e raggiri. Ma il periodo che dobbiamo prendere in considerazione è più ampio: parte con il black friday, prosegue con il black monday, attraversa le festività natalizie e occupa anche una buona parte di gennaio, durante il quale i consumatori non mancano di denunciare ritardi nelle consegne e malfunzionamenti dei prodotti acquistati. Parliamo, nel complesso, di migliaia di segnalazioni”.

Quello dell'ecommerce, dunque, resta un settore critico?
“Esatto, si colloca al terzo posto nella classifica delle denunce, preceduto solo da quello dei servizi di telefonia e da quello concernente la fornitura si energia elettrica e gas”. 

Quali sono le tipologie di frode più diffuse?
“La maggior parte dei reclami riguarda la consegna di prodotti danneggiati, diversi da quelli ordinati o privi di istruzioni in lingua italiana. Ci sono poi le vere e proprie truffe. La più diffusa consiste nell'offerta di beni a prezzi molto vantaggiosi che poi, però, non vengono recapitati da operatori che si dileguano nel nulla”. 

Parliamo delle vittime, ci sono categorie di utenti più esposte di altre?
“I giovanissimi hanno una maggiore inclinazione a partecipare a concorsi online che promettono la vincita di prodotti tecnologici accattivanti. Poi ci sono gli anziani, meno avvezzi alle dinamiche del web, in particolare per quanto riguarda i pagamenti. Utilizzano poco piattaforme come PayPal, che assicurano un certo tipo di garanzie in caso di frode, preferendo sistemi più tradizionali e meno sicuri. Difficilmente, poi, hanno una carta prepagata riservata solo agli acquisti online. Strumento che, invece, come Unc non ci stanchiamo mai di consigliare”. 

Perché, allora, nonostante numerose campagne di informazione anche a livello istituzionale, c’è ancora così scarsa consapevolezza dei pericoli del web?
“Sicuramente rispetto, ad esempio, ai Paesi scandinavi e anglosassoni esiste un gap per quanto riguarda l'educazione digitale. Detto questo non parlerei di scarsa consapevolezza del pericolo. C'è più che altro molta superficialità nel momento in cui ci si mette davanti allo schermo di un pc. Faccio un esempio: nessuno di noi, se si trovasse di fronte alla vetrina fisica di un negozio, crederebbe allo sconto del 50% di uno smartphone di ultima generazione. Online questo non avviene, anche per una maggiore evanescenza del web, sul quale si moltiplicano banner pubblicitari contenenti offerte a prezzi convenienti”.

Come resistere alla tentazione dell'affare?
“Un metodo utile può essere quello di leggersi le recensioni online dei consumatori che hanno già acquistato un prodotto sulla stessa piattaforma. In un settore immenso come quello dell'ecommerce deve, più che mai, valere il motto 'l'unione fa la forza'. Abbiamo a disposizione migliaia di pareri, positivi e negativi, di altri utenti. Approfittiamone”. 

Persiste il problema degli abbonamenti indesiderati attivati navigando con lo smartphone e, addirittura, del furto delle credenziali della carta di credito…
“Quella dell'attivazione dei servizi non richiesti è una piaga che non si riesce a estirpare. Parliamo di importi molto ridotti che, però, se moltiplicati per l'ingente numero di utenti possono portare ricavi considerevoli all'operatore scorretto. Un consiglio che si può dare, in questo caso, è quello di chiedere al proprio operatore telefonico di disattivare l'opzione dei servizi in sovrapprezzo. In questo modo si evita di incappare in clic casuali e in vere e proprie trappole fraudolente. Rinnovo poi l'invito, anche per importi molto bassi, a reclamare presso l'operatore di telefonia e informare l'Unc, affinché queste somme vengano stornate e tornino nelle nostre tasche. Infine, se siamo titolari di abbonamenti telefonici con carta di credito, un altro consiglio che si può dare è quello di verificare sempre se sull'estratto conto siano presenti servizi che ci succhiano il traffico a nostra insaputa”.  

Come se ne esce?
“La normativa esiste, in particolare a livello europeo, ed è molto severa. L'ulteriore passo è quello legato alla consapevolezza del consumatore. Controllare le spese e non cedere alla pigrizia, reclamando quando serve. Questo consente a organizzazioni come la nostra di inviare le segnalazioni all'Antitrust, che sanziona gli operatori scorretti. Così è possibile disincentivare le condotte fraudolente”.