La Chiesa riaccolse la spia pentita che aveva lasciato la tonaca

Una vicenda sconosciuta, ricostruita pazientemente con il supporto di documenti inediti. La Chiesa durante la Guerra fredda

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Il titolo dice tutto: “Il gesuita comunista. Vita estrema di Alighiero Tondi, spia in Vaticano”. Una vicenda sconosciuta, ricostruita pazientemente con il supporto di documenti inediti. A volte difficili da decifrare, spesso contraddittori e che si intrecciano con le dinamiche della Guerra fredda e della politica italiana del Novecento. Il libro edito dalla Rubbettino andrà in libreria il 1° ottobre e racconta una storia incredibile. Ne è autore un giovane storico: Matteo Manfredini.

Chiesa e Guerra fredda

È la storia di padre Alighiero Tondi, gesuita docente alla Gregoriana. Durante la guerra fredda diventa una spia per il Partito comunista italiano. Lascia la tonaca. Diventa un comunista “di razza” che fa comizi che radunano migliaia di persone. Ma poi alla fine torna al sacerdozio. E viene misericordiosamente riaccolto dalla Chiesa. Una vicenda che spiega molto dei rapporti tra Chiesa e Partito comunista, tra Chiesa e politica già negli anni 50. “La prima volta che sentii parlare di Alighiero Tondi fu per caso, nel luglio del 2016. Durante la stesura di un volume sul Pci emiliano- racconta l’autore-. Le sue vicende personali e politiche mi colpirono subito. Dopo qualche giorno, distrattamente, misi assieme quelle poche notizie che trovai su di lui in biblioteca e su internet”. Notizie frammentarie ma che menzionavano il Vaticano, i gesuiti, l’estrema destra, il Partito comunista italiano e la Germania Est.

Misteri mai chiariti

Racconta Matteo Manfredini: “Ebbi immediatamente l’impressione che si trattasse di una figura misteriosa e controversa. Su di lui non esisteva ancora nessun lavoro completo. Sei mesi dopo ero già a Roma, sulle sue tracce. Alighiero Tondi fu un personaggio di spicco dell’Università Pontificia Gregoriana. Poi un celebre membro del Partito comunista. E infine un anonimo prete di una piccola parrocchia emiliana”. Indossò tutte le casacche e abbracciato tutte le fedi. Di tutte fu un apostata. E perciò trattato come un reietto. E quindi condannato all’oblio da parte di tutti i principali soggetti politici del Novecento. “Per molti anni fu un gesuita modello. Fino quando, nel 1952, non fuggì improvvisamente dalla Compagnia di Gesù, per entrare senza una ragione apparentemente credibile nel Partito comunista italiano- sottolinea lo storico-. Attirò su di sé tutto lo sdegno della gerarchia vaticana. In un primo momento fu celebrato dai nuovi compagni. Condivise intensi anni di militanza comunista. Nel 1981, altrettanto clamorosamente tornò a vestire l’abito talare. Irritando profondamente (questa volta) i comunisti. Una condizione che lo portò al completo isolamento. All’emarginazione. A una esistenza tormentata dalla solitudine. Fino a qualche anno fa, guai a pronunciare il nome di Alighiero Tondi davanti a un parroco o a un ex funzionario del Pci. La conversazione diventava subito grave. ‘Ah sì Tondi, certo. Me lo ricordo’ era di solito la risposta più comune. Un atteggiamento riscontrabile in molte persone che ho avuto modo di intervistare. Hanno preferito cambiare subito discorso ogni volta che menzionavo Alighiero Tondi. Evitando di parlare più dettagliatamente del personaggio”. Tondi fu perseguitato da una oscura leggenda anche dopo la sua morte. Negli ambienti comunisti nessuno amava parlare di lui. E ancora oggi, in Vaticano, si incontra una certa reticenza nell’indagare sul suo conto. La vicenda biografica di Tondi resta avvolta dalla nebbia. Sul gesuita che diventò comunista per poi tornare nuovamente tra i preti, non esiste nessuno studio completo. Osserva l’autore. “Il suo nome compare su migliaia di pagine e di documenti (a lungo segreti) nascosti tra gli archivi. Carte che custodiscono la storia del Novecento. Le vicende di quest’uomo celano misteri e intrecci mai chiariti“.