“ERDOGAN FA AFFARI CON L’ISIS”, GELO TRA RUSSIA E TURCHIA

La polemica a distanza tra Russia e Turchia, dopo l’abbattimento da parte di Ankara di un Su-24 sul confine siriano, non accenna a placarsi. Ieri Recep Tayyip Erdogan aveva sfidato Vladimir Putin a provare la veridicità dell’accusa di un presunto sostegno turco all’Isis. Oggi il Cremlino ha ribadito: il “Sultano” sarebbe coinvolto nel contrabbando di petrolio con i militanti del Califfato. “Oggi – ha detto in un briefing con i giornalisti il vice ministro della Difesa Anatoly Antonov – presentiamo solo alcuni dei fatti che confermano che un team di banditi ed elite turche che ruba il petrolio dai loro vicini opera nella regione”. “Secondo le nostre informazioni, ha aggiunto Antonov, che ha parlato di “enormi quantità di petrolio” che entrano in territorio turco attraverso migliaia di camion, “la massima leadership politica del Paese, il presidente e la sua famiglia, è coinvolta in questo business criminale”.

Il ministero ha poi sottolineato come dall’inizio dei raid russi in Siria, il 30 settembre scorso, si siano però significativamente ridotte per lo Stato islamico le entrate provenienti dal contrabbando di petrolio. Il generale Sergey Rudskoy ha rivelato che fino a due mesi fa “le entrate per questa organizzazione terroristica erano di tre milioni di dollari al giorno, oggi sono di circa 1,5 milioni”. Nel corso del briefing sono state diffuse foto dei camion carichi di petrolio che attraversano la frontiera tra la Siria e la Turchia, video dei raid aerei contro i depositi dell’Is e mappe con i movimenti dettagliati del contrabbando. Rudskoy ha precisato che altre prove saranno pubblicate nei prossimi giorni sul sito del ministero. Dopo l’abbattimento, il 24 novembre scorso, di un caccia russo da parte delle Forze aeree turche con l’accusa di avere violato lo spazio aereo, Putin aveva accusato Ankara di averlo fatto perché il Sukhoi stava raccogliendo prove sul contrabbando. Sdegnata la replica di Erdogan che ha ammonito Mosca a “non calunniare” la Turchia.