PENTAGONO: DOPO I RAID IN IRAQ L’ISIS PERDE IL 30% DEL TERRENO

L’incontro tra il presidente Barack Obama e il premier iracheno Haider al Abadi ha come principale tema di confronto la questione dell’Isis nel Paese Mediorentale. Il Pentagono rivendica i graduali progressi ottenuti sul campo dopo che la coalizione a guida Usa ha iniziato la sua offensiva aerea l’8 agosto 2014. Da allora il Califfato ha perso il controllo del 25/30% del territorio conquistato da giugno scorso. I miliziani, spiega il leader americano, sono sulla difensiva e sembra che loro forza si stia avviando verso una fase di declino.

Gli uomini del sedicente califfo Abu Bakr al Baghdadi avevano invaso ampie zone della parte settentrionale ed occidentale dell’Iraq, quelle al confine con la Siria, dove hanno la loro roccaforte a Raqqa. Ma ora, dopo quasi 8 mesi di raid e grazie anche alle truppe di Baghdad sostenute dai pasdaran iraniani (collaborazione che gli Usa non apprezzano), l’Isis si sta indebolendo.

Il conflitto non è certamente finito, ma sembra che il Paese si stia avviando verso l’offensiva finale. Sarà necessario intervenire con nuovi attacchi mirati, come quello che inizierà tra aprile e maggio contro Mosul, una della città cadute in mano allo Stato Islamico. L’operazione vedrà coinvolti 20 mila soldati iracheni e le brigate di peshmerga curdi che avranno la strada preparata dai raid americani.