Un Wc per la Luna: ecco il nuovo concorso della Nasa

Il "Lunar Loo Challenge" è un concorso aperto a tutti - anche ai "junior" - che premierà i migliori studi sui WC da portare sulla Luna!

La Nasa, l’agenzia spaziale americana, tramite il programma Artemis, ha programmato di far sbarcare “la prima donna ed il prossimo uomo” sulla regione polare sud della Luna entro il 2024. Si tratta di un programma che punta ad una presenza umana costante ed attiva sul satellite terrestre ed alla costruzione di basi e strutture vivibili per sviluppare un business basato sul turismo spaziale, grazie al finanziamento dei privati!

Il concorso lunare

Vi informo che, proprio in occasione dell’avanzamento del programma Artemis, siete tutti invitati a partecipare al progetto “Lunar Loo Challenge”: un concorso aperto a tutti, ma rivolto soprattutto ai designers e alla community mondiale degli innovatori, che premierà i migliori studi sui WC da portare sulla Luna! Gli ideatori dei 3 migliori progetti ritenuti completamente funzionanti e perfettamente autosostenibili da un’apposita commissione, verranno premiati con una somma totale di $ 35.000 ($ 20.000 al miglior design funzionale, $ 10.000 al secondo e $ 5000 al terzo classificato) e avranno anche la possibilità di interagire con gli ingegneri della NASA e, quindi, di far parte del progetto.

Wc junior

Il concorso, che dura 8 settimane, include, inoltre, una categoria “junior” destinata agli ideatori minorenni. I 3 migliori progetti “junior” verranno premiati a parte e riceveranno degli attestati di riconoscimento pubblico e prodotti ufficiali NASA. Mike Interbartolo, project manager della Lunar Loo Challenge ha dichiarato: “questa iniziativa è necessaria per non dimenticarsi delle necessità dei nostri astronauti e per offrire una presenza sostenibile sulla Luna e, magari, in futuro su Marte, stimolando approcci radicalmente nuovi e diversi per risolvere il problema di raccogliere e contenere i rifiuti umani”.
Già nel 2006, in realtà, era stato lanciato il concorso “Space Poop Challenge”, con lo scopo di pensare alle missioni spaziali future e garantire, quanto prima, l’utilizzo di strumenti sempre più pratici, come il WC spaziale, apparentemente banali ma necessari per ogni astronauta!

Bisogni fisiologici

Tutti noi, in effetti, dobbiamo espletare i nostri bisogni fisiologici.
Sulla Terra, però, ciò non comporta particolari accorgimenti, determinate dinamiche o grandi complicazioni… L’utilizzo del bagno “a gravità zero” resta ancora un problema di difficile soluzione. I sistemi di raccolta e rimozione dei rifiuti umani nelle missioni spaziali, infatti, hanno sempre richiesto uno studio approfondito ed uno sviluppo continuo e molto impegnativo! Nel corso dei programmi Apollo, svolti fra gli anni ’60 e ’70, gli astronauti dovettero inventarsi soluzioni “fai-da-te” per inserire i loro “rifiuti solidi” in sacchetti di plastica da sigillare e stoccare, per poi essere riportati sulla Terra per essere fonte di studio… Anche lo Space Shuttle, dismesso dal 2011, accolse un “Sistema di Raccolta Rifiuti” in grado di smaltire i rifiuti organici con un sistema di espulsione diretto, ma non sempre performante e perfettamente funzionante.

Iss

Oggi, il WC spaziale della Stazione Spaziale Internazionale è stato fonte di ulteriori studi e, quindi, migliorato grazie ad un nuovo concetto ergonomico e funzionale (su YouTube è possibile visionare un video in cui l’astronauta Samantha Cristoforetti illustra proprio questo nuovo sistema). Il problema di questo WC spaziale è che funziona solamente in condizioni di microgravità e, quindi, non è adatto alla forza gravitazionale presente sul suolo lunare. Proprio per questo la NASA ha preso il problema molto seriamente, inducendo un concorso ufficiale, aperto a tutti gli innovatori del pianeta Terra e supervisionato dal “NASA Tournament Lab”.

Il concorso

Ma analizziamo i requisiti del concorso. Si richiede lo sviluppo di progetti che siano autosostenibili e, quindi, perfettamente funzionanti in condizioni di gravità lunare (che corrisponde a circa 1/6 della gravità terrestre) ed in microgravità (come ad esempio a bordo della Stazione Spaziale Internazionale). Il WC spaziale dovrà occupare un volume massimo di 0,12 metri cubi, non dovrà emettere un rumore superiore ai 60 dB (circa la stessa intensità di una voce umana in condizioni normali) e non dovrà consumare più di 70W di potenza elettrica. Più in particolare, il WC spaziale dovrà raccogliere contemporaneamente urina e feci, con una capienza minima di 1 litro per i rifiuti liquidi, 500 grammi per i rifiuti solidi e 114 grammi per altre sostanze organiche. Infine, il sistema di immagazzinamento, di stoccaggio e di espulsione dei rifiuti organici non potrà richiedere tempi di manutenzione e di pulizia maggiori di 5 minuti tra un utilizzo e l’altro.

Sulla Terra

Considerando che tutti i brevetti destinati a missioni spaziali sono sempre stati rivisti e riutilizzati, dopo diversi anni, sulla Terra e per usi anche quotidiani, possiamo augurarci che, fra qualche anno, si possano utilizzare WC terrestri ancora più performanti, sicuri e profumati… Dobbiamo solo attendere una nuova generazione di WC spaziali e terrestri che abbiano lo stesso successo del primo sbarco sulla Luna: “Un piccolo passo per l’uomo, un gigantesco balzo per l’umanità”! Sbrigatevi! Avete tempo fino al 17 agosto!