Il Papa alla Fao: “Contro la fame serve una cultura della condivisione”

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“Solo uno sforzo di autentica solidarietà sarà capace di eliminare il numero delle persone malnutrite e prive del necessario per vivere. È una sfida molto grande per la Fao e per tutte le Istituzioni della Comunità internazionale. Una sfida in cui anche la Chiesa si sente impegnata in prima fila”. Sono le parole che Papa Francesco rivolge, tramite un messaggio indirizzato alla Fao, letto dal Segretario di Stato, mons. Pietro Parolin, in occasione della 40.ma conferenza dell’Agenzia Onu, in corso a Roma. “La fame e la malnutrizione” sono “la risultante di una più complessa condizione di sottosviluppo – aggiunge il Pontefice -, causata dall’inerzia di molti e dall’egoismo di pochi”. Il Santo Padre, annuncia infine il cardinale, visiterà la sede romana della Fao il prossimo 16 ottobre.

Aumentare gli sforzi per combattere la fame

Secondo il Papa, “è necessario aumentare gli sforzi per combattere la fame“. E davanti alle 800 mila persone che soffrono la mancanza di cibo nel mondo, Francesco afferma: “quando un Paese non è in grado di dare risposte adeguate perché non lo permette il suo grado di sviluppo, le sue condizioni di povertà, i cambiamenti climatici o le situazioni di insicurezza, è necessario che la Fao e le altre Istituzioni intergovernative siano messe in grado di intervenire specificamente per intraprendere un’adeguata azione solidale”.

Non sono solo fenomeni naturali

Bergoglio fa notare che la “fame e la malnutrizione non sono soltanto fenomeni naturali o strutturali di determinate aree geografiche, ma sono piuttosto la risultante di una più complessa condizione di sottosviluppo, causata dall’inerzia di molti e dall’egoismo di pochi”. Quindi, aggiunge: “Le guerre, il terrorismo, gli spostamenti forzati di persone che sempre più impediscono o almeno condizionano fortemente le stesse attività di cooperazione, non sono delle fatalità, ma piuttosto il risultato di scelte precise”. Ci troviamo di fronte, afferma il Santo Padre, “ad un meccanismo complesso che colpisce anzitutto le categorie più vulnerabili”; esse, non solo sono “escluse dai processi produttivi”, ma spesso sono costrette a “lasciare le loro terre alla ricerca di rifugio e speranza di vita“. Inoltre, ammonisce il Pontefice, tutto ciò è determinato “da decisioni assunte in piena libertà e coscienza i dati relativi agli aiuti verso i Paesi poveri, che appaiono sempre più ridotti, nonostante gli appelli che si susseguono di fronte alle situazioni di crisi sempre più distruttive che si manifestano in diverse aree del pianeta”.

Il sostegno della Chiesa

Infine, concludendo il suo messaggio, Bergoglio offre il suo sostegno alla Comunità Internazionale: “Anche spinto dal desiderio di incoraggiare i Governi, vorrei unirmi con un contributo al programma della Fao per fornire sementi alle famiglie rurali che vivono in aree dove si sono sommati gli effetti dei conflitti e della siccità”. Un gesto, afferma il Pontefice, che “si aggiunge al lavoro che la Chiesa porta avanti secondo la propria vocazione di stare al fianco dei poveri della terra e di accompagnare il fattivo impegno di tutti in loro favore”. Poi ricorda l’impegno richiesto dall’Agenda per lo sviluppo 2030: “Solo uno sforzo di autentica solidarietà – conclude il Papa – sarà capace di eliminare il numero delle persone malnutrite e prive del necessario per vivere. È una sfida molto grande per la Fao e per tutte le Istituzioni della Comunità internazionale”, una sfida “in cui anche la Chiesa si sente impegnata in prima fila“.