Coronavirus, il Papa in diretta da Santa Marta per la prima volta il mercoledì

Il Pontefice chiede di pregare per i malati e i carcerati. I rischi della seduzione del diavolo al centro della sua omelia

Papa Francesco durante la celebrazione a Santa Marta - Foto © Vatican News

Messa in diretta. Inizia così questo mercoledì atipico per Papa Francesco. I recenti sviluppi sull’epidemia da Covid-19 hanno obbligato il Vaticano a sospendere la consueta udienza generale ai fedeli di tutto il Mondo. Il Pontefice, però, ha voluto esprimere la sua vicinanza a tutti celebrando in diretta streaming dalla Cappella Santa Marta. La celebrazione di oggi è particolarmente dedicata agli ammalati e ai carcerati. A concelebrare con il Papa, monsignor Ioannis Lahzi Gaid, monsignor Gonzalo Aemilius e monsignor Assunto Scotti.

Pregare per i carcerati

Il Pontefice ha rivolto un invito alla preghiera per tutti i malati di coronavirus e, soprattutto, per i carcerati. “Oggi in modo speciale vorrei pregare per i carcerati, per i nostri fratelli e le nostre sorelle rinchiusi in carcere. Loro soffrono e dobbiamo essere vicini a loro con la preghiera perché il Signore li aiuti e li consoli in questo momento difficile” ha detto Papa Francesco, facendo riferimento alle rivolte che ci sono state in carcere e anche all’impossibilità, per molti familiari, di vedere i propri cari.

Il diavolo

È il diavolo al centro dell’omelia del Pontefice che, partendo dalle letture della Liturgia odierna, tocca vari punti della “sua strategia di distruzione”: “Il diavolo non ha mezzi termini, e porta avanti la sua persecuzione con l’accanimento e attraverso la mondanità. Per questo, quando c’è accanimento nella persecuzione, lì c’è il demonio” sottolinea il Pontefice. La morte di Cristo non è solo una sentenza – specifica il Papa – ma ha il sapore di una persecuzione, un accanimento: “E quando c’è accanimento nella persecuzione di un cristiano, c’è il demonio”, sottolinea Papa Francesco, che specifica gli stili che il nemico usa: “La seduzione delle promesse e, se non ce la fa, l’accanimento”.

La mondanità

La seduzione della mondanità è il primo mezzo usato dal diavolo, sottolinea il Pontefice. Egli richiama al passo delle tentazioni, quando il nemico offre a Gesù il potere, la carriera, la ricchezza: “Gesù parla di umiliazione, del proprio destino, e lì li chiedono apparenza, potere. Quella è la strada che il diavolo offre per allontanarsi di Cristo. L’autorealizzazione, il carrierismo, il successo mondano, sono tutte strade per coprire la croce di Gesù” sottolinea il Pontefice. Per questo, mette in guardia da questi aspetti: una consuetudine, nella nostra realtà odierna.

La persecuzione

Il secondo strumento del demonio è persecuzione, come quelle di tanti santi e cristiani e sottolinea che spesso la persecuzione non sempre uccide, ma vuole umiliare fino alla fine. Papa Francesco invita a “non confondere una semplice persecuzione sociale, politica, religiosa con l’accanimento del diavolo” perché Il diavolo si accanisce per distruggere e, a tal proposito, ricorda i condannati crocifissi al fianco di Gesù “lasciati morire in pace, senza insulti”. Tra gli esempi di persecuzione, il Pontefice ricorda proprio Asia Bibi, la cristiana del Pakistan accusata di blasfemia nel 2010, prima condannata a morte, poi scampata alla sentenza corporale, ma condannata negli anni a continue vessazioni e accanimenti: “Nove anni in carcere, soffrendo, l’accanimento del diavolo”.