Vesuvio, in fumo 10 mila ettari di parco nazionale: arrestato il piromane

Arrestato il piromane che ha incendiato il Vesuvio: si tratta di Leonardo Orsino, 24 anni, un macellaio con la passione per il fuoco. Per appiccare i roghi nel Parco nazionale del vulcano che domina la città di Napoli, ha usato un semplice accendino. In fumo ben 10 mila ettari di verde protetto. Ad identificarlo ed arrestarlo, i Carabinieri di Torre del Greco, che nella notte hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per incendio boschivo emessa dal gip di Torre Annunziata, su richiesta della Procura, nei confronti del giovane, già noto alle forze dell’ordine.

Le indagini

L’uomo è stato identificato grazie all’esame di telecamere e all’attività di intercettazione. E’ stato lui ad appiccare, il 14 luglio scorso a Torre del Greco, l’incendio che ha distrutto 10 mila ettari di Parco. Il giovane, secondo quanto si è appreso dagli inquirenti, nell’accendere i roghi, ha messo a repentaglio anche la sua stessa abitazione, lambita dalle fiamme. Il ventiquattrenne, ora, si trova nel carcere di Poggioreale, in attesa del processo.

Curcio: “Nel 2017 record di interventi antincendio”

Il 2017 è l’anno record di interventi per lo spegnimento di incendi. Centinaia le richieste di aiuto pervenute alle autorità. Dal primo gennaio ad oggi sono ben 995 gli interventi effettuati dalla flotta nazionale per lo spegnimento di incendi. “Un record assoluto degli ultimi 10 anni”. Sono le parole del Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, pronunciate durante un’audizione in Commissione Territorio e Ambiente al Senato. In una sola settimana, quella che va dal 10 al 17 luglio, ha aggiunto Curcio, “abbiamo ricevuto 325 richieste di intervento. Fino al 9 luglio le richieste erano state 630. La legge quadro 353 sugli incendi boschivi del 2000 era innovativa. Prevedeva che ci fosse un finanziamento da parte dello Stato per l’attività di prevenzione. Quel finanziamento si è negli anni assottigliato fino a essere nullo”. Quindi un appello: “Credo che un segnale, se possibile, sarebbe positivo: la prevenzione è collegata alle risorse, alla pulizia del sottobosco e di altre aree, all’organizzazione di attività di vigilanza”. A tal riguardo, il Governo ha presentato un emendamento al decreto per il Mezzogiorno in cui si inaspriscono le pene per i responsabili degli incendi.

De Vincenti: “Criminalità non vincerà”

Sulla questione, nei giorni scorsi, è intervenuto anche il Ministro del Mezzogiorno, Claudio De Vicnenti: “Quello che sta accadendo è uno sconcio che offende tutti i cittadini italiani e del Mezzogiorno, in larga parte voluto in modo doloso. “Il Governo – disse – sta elaborando alcune norme con carattere d’urgenza che avviano un percorso”. Per il Ministro, l’obiettivo è “tagliare le unghie agli speculatori e agli estorsori. Le organizzazioni criminali non la spunteranno”.