Allarme Oms e Unicef: nel mondo 3 persone su 10 non hanno accesso all’acqua

Sono 2,1 miliardi le persone nel mondo che non hanno accesso ad acqua potabile subito disponibile a casa: si tratta del trenta percento della popolazione mondiale. Mentre sono 4,4 miliardi, ovvero sei su dieci, coloro che non hanno accesso a servizi igienico-sanitari sicuri.

È quanto emerge dal primo rapporto congiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dell’Unicef basato sugli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

I più colpiti da questa assenza idrica sono i bambini: 361mila sotto i cinque anni muoiono per diarrea dovuta a mancanza di acqua o acqua non sana. Del resto malattie come colera, epatite e tifo sono originate dall’assenza di servizi igienico-sanitari e dall’acqua contaminata.

L’approvvigionamento di acqua implica spesso un impegno importante. Sono 263 milioni le persone che compiono viaggi di oltre trenta minuti per raccogliere acqua da fonti fuori casa e 159 milioni bevono ancora acqua non trattata, presa da fonti di superficie come corsi d’acqua o laghi.

La questione igienica è ancora molto attuale: 892 milioni di persone fanno i bisogni all’aperto. L’Onu stima che in novanta Paesi (molti dei quali in Africa) i progressi per i servizi igienico-sanitari sono troppo lenti: l’obiettivo di una copertura universale entro il 2030 non verrà raggiunto. La situazione è peggiore laddove si verificano conflitti o agitazioni.

“L’acqua pulita e i servizi igienico-sanitari a casa non dovrebbero essere un privilegio solo per le persone benestanti o che vivono in centri urbani”, ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità. “Sono alcuni dei requisiti più basilari per la salute e tutti i Paesi hanno la responsabilità di assicurare che ogni persona vi abbia accesso“.

“Acqua pulita e servizi igienico-sanitari efficaci sono essenziali per la salute di ogni bambino e comunità, e sono fondamentali per costruire società più forti, in salute e più eque“, ha dichiarato Anthony Lake, direttore generale dell’Unicef. “Quando miglioriamo questi servizi nelle comunità più svantaggiate e per i bambini più svantaggiati, diamo loro una possibilità più equa di un domani migliore“.