“LE CAREZZE”, PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA SARA’ ESPOSTO IL CAPOLAVORO DI KHNOPFF

Un uomo dall’aspetto androgino, con il corpo inclinato sull’anca, soggiogato alla Sfinge dagli occhi socchiusi, che occupa con il suo corpo di ghepardo dalla lunghissima coda buona parte della superficie della tela: è “Le carezze (L’Arte)”, il capolavoro di Fernand Khnopff, tra i più significativi del Simbolismo europeo e indiscussa icona della mostra che sarà visibile a Milano dal 3 febbraio al 5 giugno. Proveniente dai Musei Reali del Belgio di Bruxelles, l’opera dipinta nel 1896 dall’artista belga raffigura il mito di Edipo che incontra la Sfinge ed esprime le tematiche peculiari di un movimento che ha voluto indagare le misteriose profondità dell’essere umano. Per la prima volta in Italia, il capolavoro di Khnopff, a due anni dalla sua esecuzione, ha esordito nel 1898 alla Prima Mostra della Secessione di Vienna, riscuotendo larghi consensi. Un successo popolare che non è più venuto meno e che coincide con la fortuna del Simbolismo di cui è diventato l’emblema.

Quella Sfinge dagli occhi chiusi in una invincibile seduzione al contrario dello sguardo dell’uomo diretto verso lo spettatore, si ispira a una lunga tradizione iconografica risalente all’antichità ed è tra le creature fantastiche della mitologia più presenti nella cultura simbolista. Come le sirene, i centauri, la Medusa, ha il corpo metà umano e metà animale e ciò testimonia la sua doppia natura, divina e demoniaca, buona e malvagia. Riflette le diverse e contrastanti componenti dell’inconscio che, grazie anche alla nuova scienza della psicanalisi, i simbolisti hanno voluto sondare e rappresentare. Rappresenta un’allegoria della lussuria che seduce e insieme distrugge chi viene sedotto. Ma sta a significare l’ambiguità del fascino femminile che nasconde un’insidia da cui l’uomo deve difendersi. Proprio come nella visione poetica maturata da Khnoppf, dove la donna ha appunto una natura ambivalente, angelo, musa e amica, ma anche tentatrice e perversa.

Non è un caso che tutte le creature femminili rappresentate dall’artista hanno l’ aspetto dell’amatissima sorella Marguerite, per la quale nutriva una forte passione. Nella grande mostra milanese, ideata da Claudia Zevi & Partners – art engineering e curata da Michel Draguet e Fernando Mazzocca, non saranno allestite solo le opere oniriche di Fernand Khnopff. In una selezione, che per la prima volta tocca tutta la complessità del movimento simbolista in Europa e in Italia, non mancheranno le invenzioni iconografiche di Klinger, le rappresentazioni di Odillon Redon e Alfred Kubin e dei miti di Gustave Moreau, nonché Musil e Hodler.