ELEZIONI IN GRECIA: TSIPRAS CERCA IL BIS, I NEO DEMOCRATICI L’USCITA DALL’EURO

Sono 19 i partiti e le coalizioni in lizza per le elezioni politiche di oggi in Grecia. Urne aperte da questa mattina per i 9,8 milioni di greci aventi diritto, chiamati al voto per la quinta volta in soli sei anni in seguito alle dimissioni del primo ministro Alexis Tsipras – leader della “Coalizione della Sinistra Radicale Syriza” – lo scorso 20 agosto. A meno di un anno di distanza dalla strica vittoria, gli scenari geo politici sono profondamente mutati e la vittoria di Tsipras, alla ricerca del consenso popolare per la seconda volta consecutiva, non può essere data per certa. I sondaggi delle ultima ore danno Syriza in leggero vantaggio rispetto alla formazione di destra “Neo Democrazia” – Nea Dimokratia (ND) – Partito di centrodestra conservatore guidato da Vangelis Meimarakis e favorevole per l’uscita dall’euro e il ritorno della Grecia alla moneta nazionale, la Dracma.

Gli ultimissimi sondaggi vedono Syriza in vantaggio su Nea Dimokratia di pochi punti percentuali. L’università di Salonicco indica Syriza al 31% contro il 28 di ND. Gpo, invece, assegna al partito di Tsipras il 28,5% contro il 26,0% dei conservatori. Nonostante i 19 gruppi, solo alcuni di essi riusciranno a entrare in paramento superando lo sbarramento del 3%. I più probabili, oltre a Syriza e ND, sono “Unità popolare”, partito di sinistra formato da ex di Syriza in rotta con Tsipras, guidato da Panagiotis Lafazanis; “KKE”, il partito comunista greco guidato da Dimitris Koutsoumpas; “Pasok”, i Socialisti di Fofi Gennimatà, che si presentano in alleanza elettorale con i socialdemocratici di Dimar. “To Potami”, i Socialdemocratici/liberali guidati da Stavros Theodorakis; “Greci Indipendenti”, il partito nazionalista guidato da Panos Kammenos; “Unione Dei Centristi” guidato da Vassilis Leventis; infine, “Alba Dorata” il contestato partito di estrema destra capitanato da Nikolaos Michaloliakos. Il suo leader si trova attualmente agli arresti domiciliari, sotto processo con i vertici del partito, con l’accusa di aver costituito un’organizzazione criminale. Questo, però, potrebbe non impedirgli di entrare nel prossimo governo.