UNGHERIA, AL VIA LA MOBILITAZIONE DEI RISERVISTI CONTRO “LA MIGRAZIONE DI MASSA”

L’Ungheria ha annunciato la mobilitazione dei riservisti militari per far fronte a quella che il governo ha definito come “una situazione di migrazione di massa”. Lo ha riferito l’agenzia Mti. Il provvedimento è stato preso dopo che l’arrivo di profughi dalla Croazia ha accresciuto la pressione alla frontiera con la repubblica ex jugoslava. Il ministro della Difesa magiaro, Istvan Simicsko, ha spiegato che la decisione di richiamare alcuni riservisti su base volontaria è stata presa dietro richiesta del capo di Stato maggiore della Difesa. I militari saranno impiegati anzitutto nella vigilanza delle caserme, a rimpiazzo dei soldati impegnati nell’emergenza migranti, ma potrebbero adempiere anche ad altri incarichi.

Non si ferma il braccio di ferro tra Ungheria e Croazia. Solo ieri Budapest aveva accusato Zagabria di spingere i migranti a violare la legge, superando “illecitamente” i confini ungheresi. “Invece di rispettare le leggi in vigore nella Ue – aveva dichiarato il ministro degli Esteri magiaro Peter Szijjarto – incoraggiano le masse a violare la legge, perché attraversare illecitamente un confine significa violare la legge”. Nella notte tra venerdì e sabato, il portavoce del ministero della Difesa, Attila Kovacs, aveva annunciato il termine dei lavori di posa della recinzione spinata lungo i 41 chilometri di frontiera con la Croazia per impedire l’ingresso ai profughi.

Come risposta, oggi la Croazia ha cominciato a trasportare i migranti in arrivo sul suo territorio al confine ungherese affermando di non essere più in grado di gestirne l’afflusso nonostante il piano straordinario attivato solo pochi giorni fa. “In qualche modo li abbiamo costretti ad accettare i rifugiati, inviandoglieli alla frontiera, e continueremo a farlo”, ha detto il premier croato Zoran Milanovic, che questa mattina ha visitato un centro di accoglienza a Beli Manastir, nel Nord-est, in corso di svuotamento. Ieri Zagabria aveva dichiarato di aver raggiunto il punto di saturazione con l’arrivo di oltre 17.000 persone dalla vicina Serbia in sole 48 ore. Il presidente croato Kolinda Grabar-Kitarovic ha definito la situazione di emergenza con i profughi peggiore di quanto si pensasse e che per questo sarà inevitabile il ricorso all’esercito nazionale.