IL 19 SETTEMBRE È LA GIORNATA INTERNAZIONALE “PARLA COME UN PIRATA”

Corpo di mille balene, oggi è la giornata mondiale “parla come un pirata”! Luridi topi di sentina siete pronti ad unirvi ai festeggiamenti? Gettate l’ancora, stappate una bottiglia di rum e iniziate a festeggiare ciurma! No, non siamo impazziti, ci siamo solo calati nella parte. In tutto il globo infatti, soprattutto nei paesi anglosassoni, migliaia di persone passeranno la giornata esprimendosi come un bucaniere.

L’iniziativa è nata ad Albany, in Oregon, dall’idea scherzosa di due amici, John Baur e Mark Summers. Il 19 settembre è la giornata in cui tutti nel mondo dovrebbero “parlare come un corsaro”. La festa e le sue caratteristiche nascono da una visione romanticizzata dell’età d’oro della pirateria, tra il 1650 e il 1730. Tutti sono incoraggiati a parlare, vestirsi e comportarsi come un filibustiere, nei limiti della legalità ovviamente.

La fonte principale della cultura “pirata”, è il romanzo di Robert Louis Stevenson “L’isola del tesoro”, che per primo ha diffuso l’immagine stereotipata dei bucanieri con gamba di legno, pappagalli, mappe e dobloni d’oro sotterrati in qualche remoto atollo caraibico. Per tutta l’età vittoriana, ma anche ai giorni nostri, i racconti delle scorrerie in mare dei corsari hanno affascinato grandi e piccini e questa festa goliardica lo testimonia.

Tutto è nato da una partita di raquetball – sport simile allo squash – tra Summers e Baur nel 1995. Durante il match uno dei due si è infortunato reagendo con l’esclamazione piratesca “Aaaarrrr” suscitando l’ilarità dei presenti. Nei primi anni la ricorrenza è stata celebrata soltanto da una manciata di loro amici ma nel 2002, grazie all’aiuto del famoso opinionista comico Dave Barry, la festività si è diffusa in tutti gli Stati Uniti e poi nel mondo.

Oggi la giornata è riconosciuta ufficialmente dagli stati Americani del Michigan e dell’Oregon. Dal 2008 anche Facebook onora questa festività con la sua versione tradotta “in piratesco” del social network. Nel 2011 anche Google si è unito alla ciurma offrendo l’opportunità di effettuare ricerche sul suo motore di ricerca e tradurre siti-web nell’idioma dei corsari.