CRISI UCRAINA, CLINTON CRITICA OBAMA: “DOVEVA FARE DI PIU'”

Hillary Clinton contro Barack Obama, almeno nella politica estera. La candidata democratica alle presidenziali del 2016, nel corso di un discorso pronunciato mercoledì sera alla Brookings Institution di Washington, ha criticato il presidente su numerosi temi, lasciando intendere che le sue posizioni sono state in questi anni troppo esitanti. Dalla Siria, con Obama troppo esitante ad armare i ribelli moderati anti Assad, al contenimento di una Russia espansionista. “Faccio parte di una categoria di persone che volevano che facessimo di più in risposta all’annessione della Crimea e la continua destabilizzazione dell’Ucraina”, ha affermato.

Sull’accordo sul programma nucleare iraniano, le critiche di Clinton sono state sottili, sottolinea il Washington Post, e avvolte in lodi all’amministrazione per il raggiungimento dell’intesa. “Chi fra noi è stato sul fronte diplomatico sa che la diplomazia non è il perseguimento della perfezione. Ma un equilibrio dei rischi”, ha affermato, pronta ad aggiungere caveat, primo fra i quali il dubbio sulla possibilità di un reale avvicinamento all’Iran dopo 35 anni di divisioni, fino ad arrivare a un malcelato scetticismo sulla completa attuazione, da parte di Teheran, di tutti gli impegni presi.

Clinton si poi detta favorevole a una “presenza militare robusta” nel Golfo, dove per la prima volta in diversi anni questo autunno per due mesi non ci saranno portaerei americane. Sulla questione dei rifugiati provenienti dalla Siria ha proposto la convocazione di una conferenza mondiale sul modello di quella organizzata nel 2011 per aiutare Haiti dopo il terremoto. “Gli Stati Uniti devono esserci, devono guidare lo sforzo”, ha precisato. L’approccio dell’Amministrazione su Israele è stato bocciato come “non il più brillante”.